Chi si beve l’ACQUA del sindaco

L’INCHIESTA Agli italiani – fino a pochi anni addietro “campioni” per l’utilizzo dell’acqua in bottiglia – piace sempre di più “l’acqua del sindaco”, quella altrimenti detta “a km zero”, erogata dalle tante case dell’acqua, strutture che stanno nascendo in ogni Comune italiano. A rivelare questa tendenza sono l’Istat (Istituto nazionale di statistica) e Acqua Italia, l’Associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie. 74 italiani su 100 hanno dichiarato di consumare “l’acqua del sindaco” con un incremento del 4 per cento rispetto al 2006. Cresce anche, peraltro, il consumo di acqua del rubinetto, mentre cala quello dell’acqua imbottigliata.

L’INDAGINE Sempre secondo l’Istat, negli ultimi 10 anni è cambiato il giudizio sulle acque di rubinetto e si sono fortemente ridotte le diffidenze degli italiani. Le famiglie con un giudizio negativo sull’erogazione casaliga dell’“oro blu” passano, infatti, dal 16,2 per cento nel 2001 al 10,8 per cento nel 2010. E anche le famiglie che annoverano al proprio interno uno o più membri che non esprimono fiducia nei confronti dell’acqua del rubinetto diminuiscono dal 42 per cento del 2001 al 32,8 del 2010. Le ragioni del nuovo orientamento sono molteplici: maggiori controlli percepiti rispetto alla minerale in bottiglia (20,4 per cento), la comodità di non dover trasportare casse di acqua dal supermercato fino a casa (20,2), il risparmio economico che va dalle 300 alle 1.000 volte rispetto alla bottiglia (16,3) e l’attenzione verso l’ambiente (13).

AD ALBA La tendenza è confermata anche ad Alba. In città esistono due case dell’acqua, costruite e gestite in concessione da due aziende private (Acqua Life e Alpi Clima) le quali, per sei anni, incasseranno i proventi della vendita. È, inoltre, in previsione la costruzione di una terza casa a Mussotto, come anticipa l’assessore all’ambiente Massimo Scavino: «I risultati sono andati al di là delle aspettative: alla casa di corso Piave si stimano 1.200 litri di acqua erogata al giorno, mentre in corso Langhe, nella struttura installata da pochi mesi, siamo già oltre i mille. Questo significa risparmiare 15-20 mila chilogrammi di plastica al mese. Inoltre, dal punto di vista economico, l’acqua è venduta a un prezzo popolare, competitivo che tutti si possono permettere».

LA STORIA Carlo è un albese, cliente fisso delle case dell’acqua. A Gazzetta spiega il perché: «La mia scelta è dettata da almeno tre motivi: primo, si evitano tonnellate di plastica che si produrrebbero acquistando l’acqua in bottiglia. Secondo,  perché il costo è irrisorio, dal momento che si parla di 2 centesimi al litro per la naturale e 4 per la frizzante. Se aggiungiamo che è refrigerata, poi, nel periodo estivo questo è un vantaggio che apprezzo molto. In ultimo, immagino che nelle case dell’acqua non ci siano quei residui che spesso si trovano nell’acqua del rubinetto, per colpa delle tubature o altre motivazioni. Di questo si è parlato spesso in riunioni del quartiere Moretta, interessato da un’acqua più “rugginosa” al gusto. Certo, sarebbe auspicabile avere fontane libere, ma ancora meglio sarebbe avere un’acqua buona al gusto direttamente dai rubinetti di casa. Al momento, le casette dell’acqua mi sembrano un ottimo compromesso. Una miglioria? Mi piacerebbe vedere esposte alle casette le tabelle con le proprietà dell’acqua che beviamo».

LA QUALITÀ Ma che differenza esiste tra l’acqua erogata dai distributori a pagamento rispetto a quella del rubinetto? Chiarisce Scavino: «Entrambe sono attentamente controllate e quindi, in termini di sicurezza, cambia nulla. Quella erogata dalla casa dell’acqua dispone di un ulteriore sistema di filtraggio, che la rende migliore. Ad Alba ci stiamo attrezzando per apporre pannelli informativi nei pressi degli erogatori e presto pubblicheremo i risultati delle analisi anche sul sito Internet del Comune».

Maurizio Bongioanni

Una questione di gusto

Piero Maimone è direttore del Servizio igiene degli alimenti e del Servizio nutrizione dell’Asl Cn2 Alba-Bra. C’è differenza tra l’acqua del rubinetto e quella delle case dell’acqua? «L’acqua che si può trovare alle casette è la stessa che proviene dai rubinetti. La differenza sta nel gusto, dal momento che alle case dell’acqua viene applicato un filtro che ne migliora le proprietà organolettiche. La provenienza, cioè l’acquedotto, è però la stessa e quindi i controlli sono identici. Il filtro della struttura ha però bisogno di una verifica cadenzata – a cui sono invitate le aziende – altrimenti per paradosso si rischia di peggiorare la qualità. Va chiarita, infine, la differenza tra acque potabili e oligominerali, più ricche di minerali».

Il filtro fa la differenza

Lorenzo Veronese è il direttore della Divisione ambiente del gruppo Egea che, attraverso Tecnoedil, fornisce l’acqua alla città di Alba e all’intera area. Che cosa pensa delle case dell’acqua? «Le case dell’acqua sono gestite dalle società che le installano, scelte a loro volta dai Comuni, ed erogano acqua che è tratta dalla rete potabile. Tecnoedil fornisce le case dell’acqua come fa per l’intera Alba. L’acqua erogata dalle nuove strutture subisce un ulteriore processo di filtrazione rispetto a quella erogata dai rubinetti delle case. Molte case dell’acqua sono inoltre dotate di una lampada a raggi ultravioletti, che assicura la purezza microbiologica, comunque già garantita per l’acqua potabile della rete di distribuzione cittadina».

ma.bo.

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