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In PIAZZA per la SCUOLA

MOBILITAZIONE «L’8 per 1.000… mandalo a scuola». Guidati da questo slogan (lanciato dall’omonimo movimento nazionale, mandaloascuola.it), giovedì 22 novembre, gli studenti delle scuole superiori albesi (e braidesi) sono scesi in piazza Duomo per manifestare. La mobilitazione, come hanno spiegato a Gazzetta gli organizzatori, è nata nel giro di una settimana, tra i banchi dei principali licei albesi, per poi prendere forma attraverso una capillare rete di volantinaggio e le pagine dei social network. La propaganda ha funzionato, perché, con le gambe incrociate ai piedi del municipio, c’erano oltre 300 ragazzi, sgattaiolati via dalle aule per chiedere allo Stato di emendare la legge 222 del 1985 in modo da permettere ai cittadini di poter destinare l’8 per 1.000 a favore dell’edilizia scolastica. Si tratterebbe di un modo per mandare più soldi a scuola, la quale, rappresentando la principale infrastruttura del Paese, deve essere sicura e capace di generare futuro.

Nel sit-in che ha animato piazza Duomo per qualche ora sono stati ricordati,come accaduto nelle manifestazioni organizzate nelle altre parti d’Italia, i nomi dei 36 studenti morti sotto i muri delle scuole, da San Giuliano di Puglia all’Aquila, passando per Rivoli (dove, il 22 novembre del 2008, morì Vito Scafidi per il crollo di una controsoffittatura).

La manifestazione è andata oltre lo scopo per la quale era stata indetta, trasformandosi in un’occasione di informazione, grazie a ragazzi e ragazze che, per quasi tutta la mattina, si sono alternati al microfono per sensibilizzare i propri coetanei e i curiosi sulle problematiche (tagli statali in primis) che affliggono il settore scolastico. «Crediamo che organizzare un’iniziativa concreta sia l’unico modo per riuscire ad approfondire temi così importanti, di cui noi vorremmo poter parlare ogni giorno», hanno detto gli organizzatori, che lo scorso giugno erano già scesi in piazza, con il nome di Legalitalia, per commemorare Melissa Bassi, studentessa di 16 anni morta nel tragico attentato di Brindisi.

L’iniziativa, autorizzata dal Comune, si è svolta in maniera pacifica e ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sindaco Maurizio Marello e dell’assessore Franco Foglino, il quale ha dichiarato: «Apprezzo l’impegno dei ragazzi che hanno manifestato in maniera ordinata e corretta, con il desiderio di approfondire la questione in modo chiaro e preciso. In un momento di difficoltà come questo, chiedere che l’8 per 1.000 venga destinato a favore della scuola è una richiesta sana e utile in ottica futura. L’Amministrazione comunale, dal canto suo, è molto attenta su questo fronte, come dimostrano le risorse messe a disposizione della scuola di Mussotto e della Montessori e il progetto per la nuova scuola media della Moretta. Da un’analisi che abbiamo effettuato si evince, però, che occorrono ancora oltre 3 milioni di euro per completare le opere di messa in sicurezza in ambito scolastico e, pertanto, abbiamo bisogno che i cittadini, anche con forza, chiedano allo Stato di lasciare fuori dai vincoli del Patto di stabilità le spese da destinare all’edilizia scolastica».

Terminata la manifestazione, alcuni studenti sono tornati in classe, altri hanno preferito una passeggiata per le vie del centro. Tutti hanno comunque dovuto presentare la giustificazione che, stando a quanto abbiamo appreso, le dirigenze scolastiche potrebbero decidere di non accettare. Gli organizzatori della manifestazione, però, sono convinti che, alla fine, anche i presidi comprenderanno che l’assenza è stata fatta per il bene della scuola.

Enrico Fonte

ANCHE ALLA MACRINO È PROTESTA

Anche alla scuola media Macrino di Alba,comein molte altre, si è tenuta, martedì 20 novembre, un’assemblea del personale della sede e delle sezioni distaccate di Mussotto e Monticello. L’assemblea ha espresso preoccupazione nei confronti delle scelte del Governo, che minano la qualità dell’insegnamento e ledono il diritto allo studio: tagli a personale Ata, sostegno, compresenze, fondi per le sostituzioni, incertezza delle risorse per il Fondo d’istituto, blocco del rinnovo contrattuale e degli scatti d’anzianità. Le azioni di protesta saranno sottoposte al Collegio docenti, in sintonia con le scuole cuneesi

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