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Pronti all’emergenza

La Protezione civile si esercita sull'emergenza terremoto

L’INTERVISTA Diciotto anni fa l’alluvione segnò la storia di Alba con un fiume di morte e distruzione. Da allora la situazione è molto cambiata. Ne abbiamo parlato con Laura Campigotto, responsabile del Settore della Protezione civile comunale.

Novità sul fronte della sicurezza, Campigotto?

«Entro novembre verrà discussa dal Consiglio comunale la prima parte del riordino del Piano di protezione civile. Lo strumento viene rivisto in base alle direttive della legge, che prevede un riallineamento in Italia secondo il metodo Augustus, lo strumento di riferimento per la pianificazione nel campo delle emergenze».

Chi è il responsabile durante l’emergenza?

«Il Sindaco è l’unico, vero referente. Il suo è un ruolo molto gravoso, tanto da essere penalmente responsabile di quanto accade. A lui tocca nominare le persone che compongono il Comitato comunale di Protezione civile e l’Unità di crisi, i due organi per il coordinamento delle operazioni».

Di che cosa si occupano i due organi?

«Il Comitato comunale di Protezione civile si compone di quelle persone in grado di aiutare il Sindaco a decidere sull’emergenza. L’Unità di crisi, invece, è il braccio operativo composto dai tecnici che si devono muovere sul campo».

Che cosa prevede il Piano?

«Il riordino prevede un modello di intervento che predispone le varie operazioni in base all’emergenza. Si pensa sia a rischi prevedibili (come dissesti idrogeologici, temporali violenti o nevicate eccezionali) sia a situazioni imprevedibili (catastrofi sismiche, collasso di dighe o l’interruzione dei servizi essenziali). Nel nuovo Piano c’è inoltre un mansionario, ovvero un vademecum che spiega nel dettaglio le procedure da seguire per ogni ruolo tecnico (abbiamo pensato ad almeno undici funzioni necessarie)».

Che ruolo ha il volontariato nelle emergenze?

«È prevista una stretta collaborazione con le associazioni di Protezione civile, che vengono inserite nel Comitato comunale. Abbiamo: Proteggere insieme, Misericordie Santa Chiara, Associazione nazionale Carabinieri-Nucleo Protezione civile, Associazione radioamatori italiana (Ari)-sezione Ugo Preti, Cb club-Ser, Gruppo di Protezione civile di Alba. Ai volontari è richiesto di essere a disposizione del Comune. Le associazioni vengono subito allertate in caso di emergenza, per sopralluoghi o supporti radio, che vengono gestiti dalla sala comunale».

Che cosa manca?

«La parte che stiamo ancora studiando riguarda gli scenari da prendere in considerazione per l’evacuazione dei cittadini. È piuttosto complesso decidere in questa materia, soprattutto ricordando l’imprevedibilità di come avvenne il disastro del 1994. Il progetto sarà discusso con i quartieri».

Che cosa si fa per impedire nuove alluvioni?

«Il miglior modo per scongiurare eventi come l’alluvione di 18 anni fa è la prevenzione, che si traduce in azioni quali la pulizia degli argini. Le sponde del Tanaro, grazie a un accordo con l’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po), vengono gestite e controllate due volte all’anno. Resta, invece, un problema la manutenzione degli affluenti del Tanaro. Torrenti come il Cherasca, il Seno d’Elvio e il Riddone sarebbero di competenza regionale, mai fondi scarseggiano e gli interventi non vengono eseguiti con regolarità. Il Comune, peraltro, sopperisce quando trova le risorse».

Alessandro Costa

In classe si gioca con la Protezione civile

La cooperativa Erica di Alba in collaborazione con la Protezione civile e grazie al sostegno della Provincia di Cuneo, della fondazione Crc e del Comune di Alba ha presentato in tutta la provincia, il 5 novembre, il gioco Allerta! Giocare con la Protezione civile. Si tratta di un gioco di ruolo, attraverso il quale i ragazzi si impegnano a costruire un’area, tenendo in considerazione le caratteristiche del luogo, ponendo attenzione all’ecosistema. «È un modo diverso di imparare», spiega Matteo Molge della cooperativa Erica. «Al posto della solita lezione, i ragazzi prendono coscienza del significato dell’urbanizzazione di un’area geologicamente strutturata». Il gioco è stato proposto a 60 ragazzi delle scuole medie del circondario di Alba, in collaborazione con 6 volontari della Protezione civile. «È stato un successo. Pare che i ragazzi abbiano giocato anche dopo la nostra partenza», prosegue Molge. «Abbiamo fornito il kit alle scuole di 11 Comuni, con la speranza che possa essere un modo per imparare a cambiare».

al.co.

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