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L’isola felice diventa triste?

MOSCATO Si è svolta alla casa natale di Cesare Pavese la ventiduesima edizione del “Moscato d’Asti nuovo in festa”. Il convegno-dibattito, che si poneva come domanda “il pianeta Moscato rappresenta un’isola felice in rapporto alla crisi che colpisce diversi Paesi nel mondo?”, ha anticipato altri due argomenti trattati nel corso della mattinata: i sorì del Moscato (ossia le vigne da salvare) e la flavescenza dorata.

L’evento, organizzato dal Cepam e dal Comune, ha visto la partecipazione di molti esperti e pochi produttori. «È importante riflettere sull’andamento del mercato proprio in un momento positivo per il comparto», ha sottolineato il sindaco di Santo Stefano Belbo e consigliere provinciale, Luigi Icardi. «Questo significa anticipare gli scenari futuri ed essere pronti per ogni evenienza. Tale riflessione deve riguardare la flessione delle vendite verificatasi nell’ultimo anno, il problema della flavescenza dorata e, soprattutto, la situazione dei sorì che, se abbandonati, provocherebbe un calo generale della qualità e un danno incalcolabile all’assetto del territorio».

Di numeri ha parlato il direttore del consorzio, Giorgio Bosticco: «Negli ultimi mesi ci sono state più ombre che luci nella realtà del Moscato, con previsioni d’imbottigliamento non troppo rosee. Questo calo non è del tutto reale, perché ci sono stati diversi fenomeni che hanno falsato i dati: il blocco doganale in Russia nei primi cinque mesi dell’anno e l’acquisto di un nuovo sistema informatico alla Martini & Rossi, per cui hanno imbottigliato di più nel 2011 per non “sballare” i calcoli. La flessione sarà di circa cinque milioni di bottiglie».

Il presidente della Produttori Moscato d’Asti associati Giovanni Satragno, dal canto suo, ha sottolineato il miglioramento dei rapporti col consorzio, anche se ha aggiunto: «L’isola felice diventerà presto triste perché manca la consapevolezza di ciò che succede: il “tappo raso” sta facendo la fine dello spumante perché, se prima era un prodotto di nicchia con un prezzo relativamente alto, ora sta diventando un prodotto troppo industriale ».

Con l’agronomo Aurelio Delvecchio è stata affrontata la parte più tecnica: «La flavescenza è un problema serio, che deve essere affrontato con la collaborazione di tutti. Un primo passo è stato compiuto coi progetti-pilota che hanno coinvolto Comuni, produttori, associazioni di categoria e consorzio. Questo monitoraggio è stato fondamentale per capire quando posizionare le date dei trattamenti per sconfiggere l’insetto vettore nel momento più opportuno».

Il presidente dell’enoteca regionale “Colline del Moscato”, di Mango, Valter Bera, ha rimarcato: «Bisogna lavorare molto sull’immagine del prodotto e sulla sua qualità. Due sono stati i risultati ottenuti: il riconoscimento dei sorì e l’introduzione di un sindaco nella Commissione paritetica, ma c’è ancora un margine di miglioramento mettendo da parte gli individualismi». La parola è poi passata al direttore dell’Aca, Giuliano Viglione, che ha presentato una visione globale del commercio in Langa: «Il problema più grande che si riscontra nei piccoli paesi è il rischio della desertificazione del commercio e, di conseguenza, la crisi della piccola distribuzione. Occorre salvare le piccole comunità e le loro attività col recupero di centri storici e piazze».

Federico Vacca, vicepresidente provinciale della Coldiretti, ha ribadito le necessità di essere uniti per essere competitivi: «Per il Moscato è difficile utilizzare una strategia mirata, in quanto è una realtà eterogenea che vede imprese familiari, medie e grandi multinazionali. Pertanto è necessario preservare le attività minori perché la direzione in cui sta andando l’economia tende a distruggerle».

Le conclusioni sono toccate al collaboratore di Gazzetta Lorenzo Tablino, il quale ha raccontato il proprio studio sui sorì: «Il riconoscimento è un grande passo avanti, ma bisognerà fare di più. Ai sorì occorrerà dare un marchio che possa fare da rilancio d’immagine e di prezzo».

Fabio Gallina

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