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Una speranza per 1.400 persone al mese

CASTAGNITO Nel sottochiesa del Divino Amore si intersecano ogni settimana un centinaio di vite, a cui sono appese quelle di altrettante famiglie, ovvero circa 1.400 anime ogni mese. Nei locali del centro di ascolto Caritas di Baraccone sono stipati – ma con grande ordine – abiti di ogni taglia e colore, scarpe, cappelli, sciarpe e cinture, mobili, pentole, sacchetti di pere Madernassa, difficoltà e speranze.

A smistare bisogni e desideri ci sono tre volontari, Fortunato, Maria Teresa e Raffaella, e il parroco, don Renzo Costamagna. Il mercoledì mattina ripongono ciò che è arrivato, segnano le domande per il Banco alimentare, appuntano le richieste di chi ha bisogno di vestitini per i bimbi – sempre troppo pochi rispetto alla domanda – marcano i mobili col nastro adesivo di carta, scrivendoci sopra il nome di chi li riceverà. I nomi che si leggono hanno i suoni del Maghreb, della Romania, della Macedonia, dell’Est europeo. Pochi i sinti. Sempre di più gli italiani. Arrivano dal Roero, ma anche da Alba o dalla Langa. «Sembrano preferire un centro un po’ più distante da casa», commenta Fortunato. Arrivano alla spicciolata, in un sabato pomeriggio umido di nebbia. C’è chi passa da dietro e carica un televisore e una culla, chi si mette d’accordo col parroco, per trasportare a casa la cucina economica col furgone della parrocchia. C’è una mamma con un bimbo di un mese che fa scorta di tutine e pannoloni. Chi misura, valuta e ripone con garbo, chi prende e prende, quasi senza guardare. I volontari intervengono con calma, invitando a scegliere ciò di cui si ha bisogno, pensando anche agli altri. Raffaella e Maria Teresa s’impegnano alla Caritas castagnitese dal ’95. «Veniamo quasi ogni giorno, quando abbiamo un momento», dicono. E nonostante uno stuolo di nipoti, il tempo lo trovano sempre. «Si può aiutare anche cucendo o ricamando», ricordano, mostrando una scatola zeppa di asciugamani e merletti, bavaglini, copricuscini e tovaglie, confezionati dalle “Donne del Divino Amore”, ovvero Raffaella, Graziella, Maria, Laura, Antonietta, Teresina, Veronica e Maria Teresa, che verranno messi in vendita davanti alla chiesa, sabato 8 dicembre. Oltre 5.000 euro di bollette, quest’anno, sono state pagate così e grazie alle offerte. E grazie al buon cuore di tanti, oltre ai 25 pacchi che ogni mese il Banco alimentare riserva ad altrettante famiglie, altri 20 nuclei ricevono cibi conservabili, oltre a frutta e verdura degli orti. «Ma la sensibilità vera all’aiuto si sta ancora formando», sostiene Maria Teresa. «Tanti portano e fuggono, quasi per non farsi coinvolgere».

Hanno comprato la pizza a Cristian, 8 anni. «Non dimenticarla », lo ammoniscono. «Ne ha lasciato un pezzo per gli altri», spiega suo padre. «È giusto: l’egoismo è una brutta malattia».

v.p.

A come ascolto, aiuto, alimenti, abiti

CANALE Gli stranieri presenti a Canale sono circa mille. La cittadina roerina si è dimostrata sempre disponibile e accogliente, organizzando attività e servizi per far fronte alle loro esigenze e aiutarli a un primo inserimento nella comunità.

Il centro di ascolto Caritas, presso l’oratorio, è gestito da alcune volontarie, in collaborazione con il parroco, responsabile del servizio. «Non svolgiamo un servizio di assistenza sociale, ma ci preoccupiamo di capire le persone del nostro territorio, per aiutarle “sul posto”. I centri di ascolto della Diocesi sono tutti coordinati tra di loro. Si valutano le necessità e le richieste delle persone. Il passo successivo all’ascolto è coordinarci con i servizi del territorio per indirizzare le persone negli uffici competenti », spiegano le volontarie. «Oltre a essere amorevoli e dare aiuto, dove possibile, non bisogna dimenticare l’aspetto “educativo”: sosteniamo le persone nella scelta delle cose essenziali da chiedere e … nel ridurre le bollette », proseguono le volontarie. Al centro canalese si rivolgono persone per un aiuto nei pagamenti di alcune rate di affitto, riscaldamento o di altre bollette.

La Caritas lavora in sinergia con il Cva e la San Vincenzo. Il Cva si occupa della raccolta di mobili in buono stato e dismessi dalle famiglie che desiderano rinnovare l’arredamento. Alcuni membri dell’associazione, che conta una trentina di volontari, li ritirano e li portano in un magazzino, sotto la chiesa di Valpone.

I volontari svolgono inoltre assistenza ai pasti alla casa di riposo, corsi di alfabetizzazione alla lingua italiana per stranieri. Inoltre il quarto giovedì di ogni mese alcuni volontari del Cva si recano presso il Banco alimentare di Moncalieri per ritirare generi alimentari che vengono distribuiti il giorno successivo, presso l’oratorio a Canale. Vengono consegnati circa 80 pacchi di derrate alimentari, ogni mese. La San Vincenzo, invece, raccoglie abiti usati. Tre volontarie, ogni martedì dalle 9.30 alle 11, distribuiscono, in canonica, indumenti, biancheria, scarpe, in buono stato e puliti. Di questo servizio usufruiscono principalmente gli stranieri e i nomadi, ma anche qualche canalese. «Non diamo denaro né cibo. In media sono una decina a settimana le persone che vengono a ritirare gli abiti, con una frequenza maggiore durante i cambi di stagione. Ultimamente, tante persone si sono avvicinate per la prima volta, provenienti anche dal circondario di Canale. E tanti poi ritornano», spiega una volontaria.

e.c.

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