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Imprese che PROTESTANO

L’INCONTRO Così non va. Urge trovare soluzioni rapide e la “madre” di tutte è solo la crescita, che appare peraltro ben lontana. Lo dicono, nella giornata nazionale di mobilitazione promossa da Confcommercio, un nevoso lunedì 28 gennaio, all’Associazione commercianti albesi. Pure Alba soffre, infatti, non riuscendo a sottrarsi al drammatico trend nazionale di decrescita. Lo ha detto forte e chiaro il presidente Giancarlo Drocco ai politici in corsa per le prossime elezioni convocati in piazza San Paolo, citando i dati del bel Paese: «I consumi sono tornati ai livelli di 15 anni fa, diminuiti del 3 per cento soltanto nell’ultimo anno. Il potere di acquisto delle famiglie, nell’ultimo trimestre del 2012, ha subìto un crollo del 4,4 per cento, con redditi pro capite regrediti al livello del 1986. Per contro l’imposizione fiscale complessiva è arrivata al 56 per cento, con la prospettiva di un nuovo aumento dell’Iva, che porterà in alto i prezzi e in basso i consumi». In questo scenario le aziende piccole e grandi non possono che soffrire, rischiando anche la chiusura. Perché, oltre alla crisi economica, si deve convivere con una burocrazia soffocante e un peso dello Stato eccessivo. Che fare, dunque? Drocco, scendendo al pratico, mette in guardia i candidati alle poltrone romane: «Le imprese langarole e roerine legate al turismo sono un migliaio, forti di circa 5.000 addetti. Stando sul mercato globale scontano l’Iva all’11 per cento, la più elevata tra i Paesi europei concorrenti. E, poi, c’è il nodo della contrattualizzazione: nelle aree a vocazione turistica, occorrerebbe equiparare il commercio al turismo».

m.g.o.

Quali azioni devono essere avviate per far ripartire i consumi e quindi l’economia? Quali gli interventi per aiutare le imprese e il lavoro?

Mino Taricco, Pd Le ricette sono insite nelle proposte, ma bisogna passare dalla teoria alla pratica. Come Pd abbiamo sostenuto il governo Monti nel risanamento dell’economia, ma le categorie deboli non sono state considerate e non c’è stata crescita. Sulla viabilità locale, se eletti saremo “cani da guardia”.

 Mino Giachino, Pdl Bisogna votare per cambiare la politica economica recessiva, altrimenti nel 2013 caleremo di un altro punto percentuale. Se vince il centro-destra andrà via l’Imu sulla prima casa, si darà sviluppo all’edilizia, sosterremo la riforma della giustizia, interverremo con sgravi fiscali per chi assume i giovani e faremo quello che non ha fatto il ministro allo sviluppo Corrado Passera: apriremo un tavolo per il salvataggio della Fiat e del suo indotto e ristabiliremo i tempi di pagamento alle aziende in linea con le direttive europee. Ogni anno abbiamo 805 miliardi di spesa pubblica: bisogna tagliare. Infine, proporremo l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.

Mariano Rabino, Scelta civica con Monti per l’Italia I grandi sacrifici per ora sono stati sostenuti dai cittadini e non dalla politica. Occorre dimezzare il numero di parlamentari o le loro indennità. I primi a dare l’esempio devono essere i politici e quindi dobbiamo eliminare i troppi livelli amministrativi – vedi le Province – e responsabilizzare i Comuni. Con Monti proporremo una riduzione graduale dell’Irpef in 5 anni e una maggiore detrazione dell’Imu per chi ha figli a carico. Inoltre, occorre liberare risorse a favore delle piccole e medie imprese, rivedendo il Patto di stabilità.

Michelino Davico, Lega nord Non sono del centro-destra ma della Lega. Perché dico questo? Perché siamo gli unici ad aver mandato via le “mele marce”. La responsabilità della crisi è diMario Monti e dei partiti che l’hanno sostenuto. Il nostro federalismo fiscale vuole fermare il “magna magna” diffuso e andare verso il pareggio di bilancio richiesto dall’Europa. L’Imu che vorremmo non è questa: doveva essere un’unica imposta destinata all’amministrazione comunale.

Fabrizio Ghirardi, Movimento 5 stelle È stata citata l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti. Ricordo che un referendum l’aveva già sancita, ma si è aggirato l’ostacolo con i rimborsi elettorali. Il Movimento 5 stelle ha rinunciato ai rimborsi: in Piemonte abbiamo speso 215 mila euro e detto “no” a 1 milione. In Sicilia i rimborsi finiscono in un fondo gestito dal Consiglio a favore delle imprese.

Marco Ronco, Fare per fermare il declino Prima cambiamo le persone e poi le regole. Sono un imprenditore, anch’io in difficoltà. Cito una norma che vessa le aziende: l’assegnazione dei lavori al ribasso, con l’aumento della presenza al Nord di ditte calabresi, siciliane e campane. Attenzione a dire che bisogna rilanciare con nuovi cantieri: a volte si opera in perdita piuttosto che non lavorare.

Marta Giovannini, Pd Le imprese che chiudono sono soprattutto quelle dei giovani e delle donne. Parliamo di giovani fino a 40 anni e di donne che non riescono a gestire il lavoro con la famiglia. Sul Tribunale di Alba: la riforma della giustizia dev’essere fatta con criterio e non deve salvare solo i tribunali provinciali mentre si vogliono abolire le province. E poi il turismo: questo Paese ha potenzialità enormi ma per attirare attenzione sul territorio locale bisogna lavorare in sinergia.

Giovanni Monchiero, Scelta civica con Monti per l’Italia La scelta dell’ospedale a Verduno è stata operata per favorire Alba e Bra. Il problema è che Alba non è amata dai piani alti. La nostra campagna elettorale è incentrata sulla nostra storia, chi siamo e da dove veniamo. La nostra lista vuole riformare il Paese sulla base della realtà dei fatti.

Maurizio Bongioanni

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