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Si parla troppo di CRISI

SALDI Sabato mattina un fiume di persone si è riversato nei negozi di via Maestra, attirato dalle insegne cubitali sulle vetrine (-40, -50, -60 per cento). Mala grande affluenza, secondo alcuni esercenti, non certifica un guadagno: la crisi resta. Altri sostengono la recessione sia un argomento come un altro, un “fantasma” mediatico. In altre parole tutto è relativo nel piccolo mondo albese, anche la stagione dei saldi. Le interviste ai titolari di cinque punti vendita del centro rispondono alla domanda: «Alba resta un’isola felice?»

Outlet, via Cavour: «La gente è stufa di farsi prendere in giro e, come molti supporranno, le vendite calano. L’anno scorso si è avvertito un ribasso fortissimo rispetto al 2010 e per il 2013 le prospettive sono assai cupe. I telegiornali sostengono che il calo sfiorerà l’8 per cento; noi prevediamo il 15 per cento in meno delle vendite. Occorre un cambiamento».

La Zizzola, via Cavour: «I saldi sono cominciati da un giorno ed è difficile fare previsioni. Senza dubbio la crisi esiste e l’andamento del mercato di questi ultimi mesi rispecchia il passato. La situazione ad Alba non è molto diversa rispetto alla realtà italiana; potrebbe andare meglio».

Sessarego, via Vittorio Emanuele: «I nostri prezzi sono accessibili e la maggior parte delle persone continuano a comprare la stessa quantità di merce, optando per borse più economiche. A dimostrazione di questo fatto, ci sono i numeri dei guadagni relativi al periodo natalizio: rispetto all’anno scorso l’andamento delle vendite risulta invariato. È comunque impossibile prevedere come andrà l’anno».

Mister Manera, via Cavour: «Gli acquisti non stanno variando dagli anni scorsi; il periodo natalizio ha addirittura fruttato di più. La crisi è sulla bocca di tutti, è come una paura generata dai media; occorrerebbe smettere di parlare delle difficoltà economiche, per reagire in maniera efficace; ma questo tipo di discorso riguarda Alba solo in parte: a mio parere la nostra città rimane un’isola».

Spaccio ok, via Cavour: «La crisi tiene occupati i pensieri delle persone, tuttavia esiste; forse se ne parla un po’ troppo. Ma per il nostro esercizio non ci sono gravi problemi: applichiamo sconti dal 30 al 60 per cento. I nostri capi intimi e di abbigliamento derivano da un unico fornitore, motivo per cui la gamma di prezzi è molto varia. Senza dubbio la gente si concentra sui prezzi più accessibili».

mar.vi.

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