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Alba football school: scuola calcio oltre i campanili

CALCIO GIOVANILE Yes, we can. Può essere descritto con il celebre slogan statunitense lo stato d’animo dell’Assessorato allo sport del Comune di Alba, che sta cercando di riformare lo sport cittadino. La scelta del motto a stelle e strisce non è casuale visto che l’Esecutivo di Maurizio Marello, per il suo progetto, ha scelto (anche se in via provvisoria) un nome straniero: Alba football school. Si vorrebbe riorganizzare il calcio giovanile albese aggregandolo in un unico sistema, che garantirebbe una razionalizzazione di costi e risorse e un miglioramento del servizio educativo sportivo offerto. Nei giorni scorsi (con un investimento complessivo di circa 13 mila euro, a carico del nascente soggetto gestore) è stato affidato ai professionisti torinesi Renato Carrain e Roberto Ceschina l’incarico di elaborare un piano d’intervento ad hoc, che, da quanto si mormora, potrebbe portare alla nascita di tre poli calcistici (presumibilmente nei centri sportivi “Böblingen”, “Coppino” e “Koala”), presso i quali verrebbero attivate altrettante scuole calcio differenziate per fasce di età. «Le dieci società calcistiche presenti in città non perderebbero la propria identità e, pertanto, potrebbero continuare a disputare i campionati col proprio nome. Le cose che potrebbero cambiare sono le modalità di allenamento e l’utilizzo delle strutture, mentre i volontari verrebbero coinvolti in una gestione uniformata», ha spiegato l’assessore allo sport Olindo Cervella, aggiungendo: «In città si occupano di calcio tante società, segno di come la passione e la voglia di fare siano forti, ma anche di alcuni campanilismi esistenti tra i quartieri. Il nostro progetto, supportato da quattro importanti imprenditori della zona, vuole uniformare la preparazione psicomotoria dei giovani calciatori, razionalizzare l’utilizzo delle strutture e del personale al fine di contenere i costi, disincentivare il deprecabile fenomeno del “calciomercato” giovanile e favorire la nascita di squadre nelle quali avrebbero l’opportunità di giocare e divertirsi tutti i bambini, a prescindere dalle capacità tecniche e atletiche possedute». Come è stata accolta la novità dalla cittadinanza? Risponde Cervella: «Come tutte le novità, Alba football school potrebbe aver creato incertezze e determinare svantaggi, ma anche vantaggi. È evidente che le famiglie più distanti dai nascituri poli calcistici potrebbero incontrare alcune difficoltà nell’accompagnare i propri figli,mail progetto, rivolto anche agli oratori parrocchiali, va osservato da un punto di vista cittadino. In ogni caso, nonostante qualche difficoltà, siamo intenzionati ad andare fino in fondo, nella speranza di poter concretizzare il progetto entro l’inizio dei campionati a settembre. Fondamentale sarà il parere delle società, che incontreremo nei prossimi giorni».

Enrico Fonte

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