Alba: Pd 26,5, 5 stelle 25,87

IL COMMENTO Anche ad Alba, come a livello nazionale, si è dovuto aspettare lo spoglio delle ultime schede dell’ultima sezione per sapere quale era il primo partito. Mentre a livello nazionale il Movimento di Grillo si affermava con il 25,55 per cento, superando Pierluigi Bersani, fermo al 25,41 per cento, ad Alba il Partito democratico si confermava il primo partito per appena 33 voti: 4.673 voti a Bersani, 4.640 i voti a Grillo. L’affermazione del Movimento 5 stelle di Grillo, attesa o temuta, è andata al di là di ogni previsione attestandosi ben oltre quel 20 per cento giudicato dai sondaggi come un traguardo massimo. Tornando ad Alba un primo dato, in linea con quello nazionale, è il calo dell’affluenza; i votanti sono stati 18.554, il 78,68 per cento contro i 19.875, l’83,10 del 2008. Percentualmente sono in leggera diminuzione le schede bianche e in leggero aumento le schede nulle e comunque i voti validi hanno superato il 96 per cento.

MOVIMENTO 5 STELLE Ha avuto ad Alba un notevole successo soprattutto nei seggi delle frazioni e in qualche seggio di borgo Piave. Già alle regionali del 2010 il Movimento aveva ottenuto il 5,37 per cento, con 755 voti. I maggiori consensi li ottiene alla Camera, soprattutto per il voto giovanile, mentre al Senato si ferma al 23,85 per cento, con 3.966 voti.

CENTRO-SINISTRA Pur risultando il Partito democratico il primo della città, l’apporto alla coalizione di Sinistra e libertà è molto debole (il 2,3 per cento, con 413 voti) quando nel 2008 la lista di Antonio Di Pietro aveva ottenuto 1.014 voti, il 5,27 per cento. Niki Vendola non totalizza neanche i voti che nel 2008 aveva avuto la Sinistra arcobaleno di Bertinotti. Il calo del Partito democratico è però consistente, passando dal 34,14 per cento al 26,05, con una perdita di 1.902 voti. La coalizione tiene meglio al Senato, dove raggiunge il 29,8 per cento,maanche qui è il Pd con 4.599 voti, il 27,66 per cento, a determinare il successo della coalizione.

CENTRO-DESTRA Nella coalizione del Centrodestra il Popolo della libertà ottiene 2.910 voti, il 16,22 per cento, contro i 6.408, il 33,30 per cento del 2008 penalizzato dalla scissione di Fratelli d’Italia di Guido Crosetto che ottiene alla Camera 882 voti, il 4,92 per cento. Crolla invece la Lega nord che dai 2.402 voti del 2008 scende a 758, passando dal 12,48 per cento al 4,23. L’intera coalizione, con 4.614 voti, si ferma al 25,74 per cento con un dato leggermente inferiore al Movimento di Grillo. Al Senato la coalizione raggiunge il 27,45 per cento con 4.564 voti; aveva 8.773 voti, il 49,01, nel 2008; recupera qualcosa Fratelli d’Italia che sale al 5,59 per cento, mentre Berlusconi ottiene il 16,38 per cento e la Lega non va oltre il 4,45.

LISTA CIVICA DI MONTI Nella coalizione la Lista civica di Monti prosciuga quasi tutti i voti di Futuro e libertà di Gianfranco Fini e dell’Udc di Pierferdinando Casini, raggiungendo, a diversità del dato nazionale, un buon successo, attestandosi infatti al 16,72 per cento con 2.999 voti. L’Udc di Casini scende da 1.349 voti a 224 passando dal 7,01 per cento a poco più dell’1. La coalizione scende leggermente al Senato, dove raggiunge i 2.696, il 16,22 per cento, mentre Casini nel 2008 aveva avuto 1.281 voti il 7,16.

CONCLUSIONE A un primo esame emerge evidente che Beppe Grillo ha pescato nell’elettorato della Lega nord, portando via consensi sia alla coalizione di destra sia alla coalizione di sinistra e facendo il pieno del voto giovanile. Clamoroso l’insuccesso della lista Ingroia che raggiunge l’1,34 per cento alla Camera e non supera l’1 al Senato quando la lista di Di Pietro nel 2008 aveva superato il 5 per cento sia alla Camera sia al Senato: evidentemente la coalizione formata da Di Pietro, Rifondazione comunista e Verdi non ha dato il successo sperato dagli organizzatori. La moltitudine dei piccoli partiti non raggiunge il 2 per cento, significando soltanto una dispersione. Il voto a livello nazionale determina ingovernabilità e richiederà alle forze politiche un atto di fantasia e la volontà di voltare pagina per partire da idee e sistemi nuovi di governo e di amministrazione.

Giulio Parusso

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