Lettera al giornale: è facile aggredire l’avversario politico

Gentilissimo Direttore di Gazzetta d’Alba.
E bravi leghisti, che tanti strali hanno lasciato contro Roma ladrona. Cosa dice ora la base di questo partito che ha sempre fatto del razzismo, del dispregio della Nazione e del turpiloquio il proprio cavallo di battaglia? Certo è facile aggredire l’avversario politico con gare a chi ce l’ha più duro, a chi usa la bandiera tricolore al posto della carta igienica, a chi alza più spesso il dito medio (mi si perdoni la contumelia, ma è questo il loro pane quotidiano).
Ora come la mettiamo? I duri e puri usavano i denari pubblici della tanto vituperata Capitale. Mettevano in atto proprio quei meccanismi di corruttela che denunciavano. Ristrutturazioni di case, paghette per decine di migliaia di euro ai figli, auto di lusso, diplomi acquistati, multe pagate, diamanti e lingotti d’oro comprati e nascosti, investimenti in Tanzania (sì, a casa dei “negher”, come li chiamano loro) e per ultimo per non essere da meno dei consiglieri terroni, 13 inquisiti nel consiglio del Celeste Formigoni, per rimborsi a dir poco stupefacenti! Cartucce per la caccia spacciate per cartucce per stampanti e perfino un pranzo di nozze per oltre 100 invitati ecc.
Lo slogan leghista “padroni a casa nostra” diventa “padroni a casa nostra, ma con i soldi degli altri”.
Se non ci fosse da piangere ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate.
Caro Bossi, come diceva Totò «onorevole lei? Ma mi faccia il piacere!».
Con i miei più cordiali saluti e auguri per il nuovo anno.
Sebastiano Sandri

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