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Nuova vita al parco TANARO

AMBIENTE Lassemblea del Nucleo di Protezione civile dell’associazione Proteggere insieme si è tenuta lunedì 11 febbraio. Il presidente Roberto Cerrato ha presentato il programma delle attività. A diciotto anni dall’alluvione Proteggere insieme, alla ricerca di energie fresche, rilancia con nuovi progetti.

Cosa c’è di nuovo per il 2013?

«Proteggere insieme si fonda sull’utilità sociale per il territorio. Dal 1998 fino all’autunno dell’anno scorso ci siamo impegnati a mantenere pulito e ordinato il parco Sobrino, che ora viene gestito dalla cooperativa Orso. Abbiamo deciso di lanciarci su un nuovo progetto che dovrebbe prendere forma in collaborazione con il sindaco Maurizio Marello, l’assessore Paolo Minuto e la dirigente Daniela Albano. In Alba c’è un’area dal potenziale enorme del tutto sottoutilizzato. Parliamo di Parco Tanaro, un polmone verde a trecento metri dal centro lasciato all’incuria e al degrado».

Cosa proponete?

«Siamo convinti che con poco si possa recuperare uno spazio fondamentale per la cittadinanza anche per tornare a vivere il fiume in una maniera differente. Il Tanaro è una meraviglia e mi piacerebbe creare un presidio che funzioni da deterrente e aiuti a bonificare l’ambiente. Basterebbero due canestri e il recupero delle aree attrezzate per rendere funzionale l’area, in parte già a maggio. Abbiamo bisogno di sostenitori e nuove energie per lanciare la sfida. Ci appelliamo a coloro che vogliono dare un contributo alla città, aziende e privati ».

E per quanto riguarda la parte operativa?

«Non dobbiamo aspettare una calamità per sentirci parte della Protezione civile. Sono contento della nascita di un nuovo nucleo all’interno della nostra associazione dedicato alle attività di soccorso per i beni culturali. Il 25 febbraio la chiesa di San Giuseppe sarà protagonista della prima esercitazione in cui si proverà la capacità di intervenire dopo un crollo che riguardi un edificio di interesse storico. Il nostro è il primo nucleo di questo genere; ci piacerebbe non fosse un’esperienza solitaria e potremmo organizzare corsi per coinvolgere altre associazioni in questo tipo di tutela».

Quanti siete? Siete alla ricerca di nuovi volontari?

«Nel 1994 Alba cominciò a pensare alla protezione del territorio e ad avere una sensibilità diversa. È allora che nasciamo, noi e le altre associazioni di Protezione civile. Il problema è che, col passare del tempo, non c’è stato un ricambio generazionale. La speranza è di riuscire, anche grazie alle nuove iniziative, a coinvolgere qualche giovane. Nel corso della presentazione delle attività abbiamo già acquistato tre nuovi volontari».

Alessandro Costa

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