4 ruote di solidarietà

VEZZA Puntuale, alle 13.30, il Kangoo del Comune entra nel cortile di Ines, su in Villa. Alla guida, Silvia Ghiglione, consigliere- volontario preposto al coordinamento del servizio di assistenza medica. Come Cesare Fassino, Ezio Gatti e Beppe Steffanino accompagna gli anziani rimasti da soli, che hanno la necessità di sottoporsi a un controllo medico o a una terapia.

Ines è una di loro. 87 anni, vedova da oltre una trentina, senza figli. È stata autonoma fino a maggio dello scorso anno. Una ferita che guarisce lentamente la obbliga a una medicazione settimanale, alla Cittadella della salute di Canale. Il tempo utile è un’ora: tra le 13.30 e le 14.30, dal lunedì al giovedì. Impossibile fare da sola, anche per una signora fiera come lei. Prima di raggiungere il centro, l’auto fa tappa a Patarrone. C’è da far salire Antonio, 85 anni e una lunga storia di cure alle spalle. Lui di figli ne ha quattro, ma come spesso succede o abitano distante o non possono lasciare regolarmente il lavoro per seguire una malattia dal lungo decorso. Per questo i parametri di accesso al servizio di trasporto comunale gratuito sono diventati più flessibili. Antonio è stato tra i primi ad averne usufruito, già nel 2009, quando l’Amministrazione lo riorganizzò e incentivò. Chi ne ha bisogno ne fa richiesta in Comune. I dipendenti dell’ufficio anagrafe registrano tutto e “prenotano” Silvia Ghiglione. Di ciascuno, la volontaria annota viaggi, orari e frequenza in una scheda, in un quaderno rosso: quasi un trasporto ogni due giorni e mezzo, l’anno scorso.

«Il pregio maggiore è che non è un “servizio freddo”», sottolinea il sindaco Carla Bonino, che si mette al volante (come pure i cantonieri) se gli altri volontari sono impegnati. «Cerchiamo sempre di garantire la presenza dello stesso referente, di mandare la persona giusta anche rispetto al tipo di problema di salute. È un modo anche questo di rispettare la riservatezza. E poi la gente si affeziona». Infatti, mentre Antonio punta dritto verso l’ambulatorio, Ines aspetta e si fa accompagnare: «Con loro mi trovo bene. Non so come avrei fatto senza. Ma se Silvia non può venire una volta piuttosto cambio giorno ». Le cure sono durate pochi minuti. Poca strada, in questo caso, «ma certe trasferte portano via anche un giorno, e ci scappa pure una sosta in farmacia o a fare la spesa», sottolinea Silvia, casalinga con un marito paziente e due figli che abitano lontano. Si torna a casa. Ines scende da sola, determinata. In mano tiene un sacchetto con qualche garza e cerotto, che l’infermeria le ha lasciato per la settimana. Silvia riporta il Kangoo al parcheggio sotto al municipio, compila il libretto di marcia segnando data e chilometri percorsi. Poi riprende la sua auto: c’è da accompagnare due altre signore a fare ginnastica a Borbore. Ma stavolta l’appuntamento riguarda anche lei.

Daniele Mongera

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