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Miroglio, altri 22 esuberi per i servizi di portineria

Dopo il reparto maglieria con i suoi 13 dipendenti la Miroglio annuncia, a distanza di pochi giorni, altri esuberi. Stavolta a rischio mobilità sono i ventidue addetti alla vigilanza e alla portineria di tutte le sedi presenti in zona: in via Santa Barbara, a Castagnole delle Lanze, Govone, Pollenzo e al palazzo in vetro in strada Tagliata. Ed è da quest’ultima sede che sembra essere partita la decisione di esternalizzare l’appalto.

Come già raccontato da Gazzetta, nel luglio del 2011, la Miroglio, impegnata in una ristrutturazione aziendale, vide la riorganizzazione dei diversi stabilimenti presenti nella nostra zona, con la chiusura del «palazzo di vetro» in corso Asti per trasferire le 149 persone presenti nel centro direzionale tra i siti di Castagnole e Saluzzo. Erano sei le persone addette al servizio di portineria e vigilanza del centro direzionale. Lo spostamento degli impiegati, per migliorare le sinergie lavorative negli stabilimenti di Castagnole e Govone, non prevedeva però l’assorbimento dei sei portieri del palazzo di vetro, dato che a Castagnole erano già presenti alcuni impiegati in quel settore. Visti gli esuberi la Miroglio ha preso la decisione di esternalizzare la mansione svolta da tutti i ventidue addetti alla vigilanza a una ditta esterna.

«Ci stiamo adoperando per una trattativa che preveda il totale assorbimento di questi lavoratori da parte della ditta a cui è stato appaltato il settore», comunica l’azienda. «Altrimenti la via sarà quella della mobilità».

«La decisione ci ha lasciato senza parole», dicono Angelo Vero (Cisl), Michele Penna (Cgil) e Mauro Icardi (Uil) . «Ci avevano parlato di sei esuberi e l’azienda ha pensato di bene di risolvere la questione con ventidue licenziamenti, anche se, secondo noi, sarebbe bastato poco per risolvere almeno in parte la situazione: togliere l’appalto di portineria nella sede di Pollenzo, in mano ad una ditta esterna, e assorbire i lavoratori in esubero. Oppure distribuirli sulle quattro portinerie sino a allora ancora attive».

«Respingiamo la decisione presa dall’azienda», hanno concluso i sindacalisti, «e siamo convinti di trovare delle vie diverse al licenziamento, anche se si tratta di un problema di costi». È prevista l’apertura di una trattativa.
Cristian Borello

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