All’Accoglienza stipendi bloccati a maggio

Le cooperative sociali, le associazioni “onlus” e quanti si occupano di assistenza sociosanitaria per persone con basso reddito economico (disabili, tossicodipendenti, pazienti psichiatrici, anziani) sembrano le vittime predilette della recessione economica. Gazzetta ne ha parlato nelle scorse settimane. Il Governo, le Regioni e le Asl hanno maturato mastodontici ritardi nei pagamenti alle strutture sanitarie, costringendo gli operatori all’indebitamento con le banche per far fronte alle spese di ordinaria amministrazione.

L’ultimo grido d’allarme è arrivato il 5 aprile da Jose Rodo, vicepresidente della comunità L’accoglienza. La struttura albese ha come obiettivo l’assistenza e la riabilitazione di pazienti disabili. Ma l’ideale deve scontrarsi con una realtà drammatica. Racconta Rodo: «Abbiamo fatto il possibile, ma con ogni probabilità gli stipendi ai dipendenti verranno “congelati” a partire da maggio. Gli ultimi pagamenti da parte dell’Asl (che dovrebbe coprire circa la metà della retta di ogni utente) risalgono ad aprile dello scorso anno. In pratica, la Regione ha maturato un debito nei nostri confronti pari a circa 160 mila euro. Situazione insostenibile: fino a ora per retribuire i nostri diciannove operatori abbiamo chiesto prestiti alle banche, accendendo mutui sui quali dovremo pagare gli interessi».

L’amministratrice dipinge poi un futuro inquietante: «Se le cose non dovessero cambiare, saremo costretti a licenziare e mandare a casa i pazienti. Molti di loro non hanno nemmeno una famiglia o una persona in grado di incaricarsi economicamente delle spese di cura. Sarebbe l’apocalisse sociale». Il mondo sociosanitario opera e protegge le parti deboli e vulnerabili della società. Evitarne il collasso dovrà essere priorità assoluta nell’agenda politica di ogni livello istituzionale.

Matteo Viberti

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