180 bambini sorridono grazie al Cav braidese

Foto di gruppo per i volontari e i sostenitori del Centro di aiuto alla vita braidese

«Ametà circa del 1993 abbiamo iniziato le nostre attività, ma il primo incontro con una donna in attesa di un bambino intenzionata ad abortire è avvenuto il 29 dicembre di quell’anno, quasi un segno del Cielo, perché è il giorno della ricorrenza dell’apparizione della Madonna dei fiori a Egidia Mathis, una giovane sposa in stato interessante aggredita da dei soldati. Quel primo bambino che abbiamo sottratto all’aborto si chiama Davide e oggi è un ragazzo », così esordisce Guido Chiaramello – presidente del Centro di aiuto alla vita di Bra e, da sempre, insieme alla moglie Domenica, anima del Cav locale – nel raccontare al cronista i primi due decenni di vita dell’associazione all’ombra della Zizzola, che oggi raduna una ventina di volontari.

Foto di gruppo per i volontari e i sostenitori del Centro di aiuto alla vita braidese

Un’attività intensa, che ha come dato più evidente un numero: i circa 180 bambini nati grazie alla scelta fatta dalle mamme, grazie al supporto dei volontari del Cav, di rinunciare al ricorso all’aborto.

Per ogni donna che si rivolge al centro viene realizzato uno specifico progetto «perché le difficoltà che possono spingere una mamma a scegliere per l’interruzione di gravidanza sono le più diverse», spiega Domenica Chiaramello, «ovvero economiche, abitative, di relazione con il partner o con i genitori. Per salvare il bambino ci impegniamo per dare prospettive alla mamma. Noi non facciamo pressioni di alcun genere, ma la persona deve avere tutti gli strumenti per dire sì o no all’aborto in modo consapevole e non essere obbligata a decidere sotto la pressione della solitudine o della disperazione». Lo scoglio principale è quello di fare conoscere alle gestanti in difficoltà l’opportunità di incontrare i volontari del Cav. Per questo è fondamentale il supporto dei consultori e degli ospedali. «A questo scopo abbiamo cercato un rapporto più strutturato con l’Asl», aggiunge il Presidente, «e dal 1° gennaio di quest’anno siamo ufficialmente accreditati. Ora stiamo lavorando per attivare la convenzione, che rappresenta un passo ulteriore, grazie al quale la possibilità di ottenere l’aiuto dei volontari del Cav sarà parte integrante del percorso presentato dalle strutture sanitarie alle donne intenzionate a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (ivg)».

A Bra un aborto ogni due nati. Come è cambiata l’ivg in questo ventennio? «Certamente l’aborto farmacologico ha rappresentato un punto di svolta», aggiunge Guido Chiaramello; «i tempi entro cui dare corso all’aborto sono più brevi e quindi la possibilità di contattare la gestante da parte nostra si riduce molto. Inoltre il fatto di assumere qualche pillola e non sottoporsi a un intervento chirurgico rende tutto all’apparenza più facile, ma in realtà psicologicamente per la donna può essere anche più pesante, infatti l’aborto, con l’espulsione dell’embrione indotta dai farmaci, non avviene all’ospedale, ma a casa». Secondo Guido Chiaramello proprio l’aborto farmacologico potrebbe essere alla base dell’elevato numero di aborti con procedura d’urgenza (102 su 177) effettuati all’ospedale Santo Spirito di Bra nel 2012. Sulla questione il Presidente del Cav ha chiesto chiarimenti alla Direzione dell’Asl. Un dato, quello braidese, anomalo anche se rapportato al numero delle nascite: mentre all’ospedale di Alba a fronte di 805 nati nel 2012 sono stati eseguiti 117 aborti, al Santo Spirito di Bra i nati sono stati solo 351 ma gli aborti ben 177.

Un supporto alle famiglie. L’attività del Cav non si limita al sostegno delle gestanti in difficoltà, ma si concretizza anche in aiuti materiali ai genitori di bambini piccoli. Marina, volontaria da un decennio, spiega: «Il mercoledì prepariamo il materiale che ci viene donato – vestitini, passeggini, biberon, ecc. – e il sabato quattro volontari lo distribuiscono a quanti ne hanno bisogno. Lavoriamo in rete con le altre associazioni sociali presenti sul territorio per evitare doppioni e per distribuire al meglio gli aiuti».

Test di gravidanza. «Ultimamente abbiamo anche iniziato ad aiutare le donne a fare il test di gravidanza. È un servizio importante, al quale ricorrono spesso ragazzine molto giovani», dice Domenica Chiaramello. «Si tratta di un’occasione per avere colloqui sul tema di una sessualità più responsabile».

Diego Lanzardo

CONTATTI

Il Centro di aiuto alla vita di Bra ha sede in via Boetto 21/A (nel quartiere Oltreferrovia) e può essere contattato 24 ore su 24 telefonando allo 017241.35.57. Chi ne volesse sostenere l’attività può (senza alcun costo) destinare il 5 per mille al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, indicando il numero di codice fiscale 91013370043. 

Domenica si può firmare per Uno di noi

I Movimenti per la vita di tutta Europa, con il pieno appoggio della Chiesa cattolica e con l’invito esplicito di papa Francesco, insieme a tante altre istituzioni e persone di buona volontà, hanno lanciato l’iniziativa chiamata Uno di noi. È un’occasione di democrazia diretta, prevista dal Trattato di Lisbona, con la quale oltre un milione di cittadini, di almeno 7 Stati europei, possono chiedere al Parlamento europeo la discussione di un progetto di legge che prevede, nello specifico, di cessare i finanziamenti alle istituzioni ssociazioni che promuovono l’aborto nel mondo e ai progetti di ricerca che comportano l’utilizzo e la distruzione di embrioni umani.

Ogni cittadino europeo maggiorenne può firmare via Internet (www.firmaunodinoi.it) o sul modulo cartaceo scaricabile. Riconoscere l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano (cosa che la biologia certifica, ma che molti ancora negano) può avere ricadute culturali e giuridiche importantissime.

Domenica 26 maggio, all’uscita dalleMesse, anche nell’Unità pastorale 50 (Bra, Bandito e Sanfrè), i volontari saranno presenti per la raccolta delle firme.

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