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Come rinasce piazza SAN PAOLO

La donna nella storia della salvezza. Se ne parla sabato 25 in San Paolo

REPORTAGE Il significato non sembra risiedere in quello che gli esercenti di piazza San Paolo dicono, ma nei loro gesti, nei loro occhi e nel loro vigoroso insistere, in quel desiderio di riscossa che impedisce di tagliare corto. Il 2 maggio Gazzetta – che ha subìto come tutti il cantiere – ha sentito le opinioni della piazza. Abbiamo incontrato Paolo, del caffè San Paolo. Ecco le sue parole: «Negli ultimi due anni abbiamo perso il 60 per cento del lavoro a causa del cantiere. Speriamo nel futuro: i passaggi dovrebbero aumentare, confidiamo in un recupero». E aggiunge: «In altri Paesi europei i commercianti penalizzati dai lavori urbani percepiscono indennizzi di varia entità. A noi non è stata data la possibilità».

Anche Luciano Geda, titolare della Giemme, racconta una storia intrisa di dolore ma anche di fiducia: «Abbiamo perso parecchi clienti. Era impossibile posteggiare nelle vicinanze. Abbiamo usufruito dell’apposito fido concesso dalle banche per attutire l’impatto economico negativo causato dal cantiere. Ci era stato promesso che, nel caso in cui i lavori per la piazza fossero durati più di due anni, una parte del mutuo sarebbe incrementata, concedendoci così maggiori spiragli d’azione. Quando abbiamo richiesto il fondo aggiuntivo, ci è stato però negato ». Ma allo sconforto subentra il suo opposto, la fiducia: «Era peraltro necessario rimettere in sesto la piazza, che versava in pessime condizioni. Tranne alcuni dettagli (come il marciapiede troppo largo) il risultato estetico soddisfa. Speriamo di rialzare la testa negli anni che verranno».

Medesima coesistenza di opposti umori la riscontriamo nel titolare di Enotecnica albese, il quale spiega: «Se dovessi azzardare una percentuale, direi che abbiamo perso almeno il 50 per cento del lavoro. Non mettiamo becco sull’utilità o meno del cantiere, sulla minore o maggiore necessità del parcheggio interrato. Certo attendiamo un futuro migliore: vendiamo articoli per il comparto enologico, un settore strategico per la vita della città».

La voce dei “pilastri” strutturali della piazza, tuttavia, non sembra sufficiente a rendere conto di che cosa accade dietro le quinte. Parliamo con testimoni altrettanto attendibili: la gente che transita per caso nei paraggi.

Luisa, 45 anni, spiega: «Alba è una città dinamica, quindi deve sapersi aggiornare, reinventare nel tempo. Non può rimanere statica se vuole migliorare il suo appeal, anche a livello turistico». E aggiunge: «Credo siano stati spesi troppi soldi per realizzare il parcheggio, ma che ci vuoi fare: quando i grandi decidono, noi poveri disgraziati non possiamo nulla». E Andrea, 37 anni: «I lavori sono durati a lungo, ma devo dire che è un sollievo oggi ammirare l’area sgombra dal cantiere. Ho parcheggiato la macchina proprio qui. Negli ultimi due anni per raggiungere la piazza ho dovuto fare acrobazie indicibili. Sembra la fine di un incubo».

Le parole di chi sopporta giorno dopo giorno le decisioni politiche sono la traccia da seguire, la pista da calcare per comprendere gli eventi. Parole mescolate in un amalgama di sconforto e speranza, di rabbia e sollievo, un gomitolo contraddittorio che promette sviluppi: torneremo tra gli esercenti le prossime settimane, per sondarne umori, pensieri ed emozioni.

Matteo Viberti

Un parcheggio da sette milioni

C’è chi reagisce con perplessità, chi con entusiasmo, rassegnazione, soddisfazione. Dopo oltre due anni di lavori e con – in fondo pochi – due mesi di ritardo, i lavori di piazza San Paolo sono terminati. Durante il Consiglio comunale del 30 aprile, l’assessore ai lavori pubblici Paolo Minuto ha spiegato: «Il progetto prevedeva un costo di sei milioni e 200 mila euro, ma durante i lavori, a causa di imprevisti strutturali e ripensamenti, sono state apportate modifiche al preventivo, che è lievitato alla cifra di sei milioni e 850 mila euro».

Il volto della piazza è stato modificato in corso d’opera: pavimentazione in pietra invece che calcestruzzo, impianto elettrico potenziato, serrande automatiche per la chiusura notturna del parcheggio interrato, tinteggiature interne nell’area di sosta, aggiunta di telecamere per la sicurezza, illuminazione autoregolabile a seconda del movimento di veicoli. Ha proseguito Minuto: «L’Amministrazione ha contribuito alla nuova spesa con circa 200 mila euro. La parte restante del finanziamento è stata coperta dalle aziende Parcheggi Italia e Barberis, che hanno costruito il parcheggio e incasseranno i proventi derivanti dai parchimetri».

«Secondo gli accordi», ha precisato Minuto, «i due mesi di sforamento comportano una penale da 30 mila euro. L’associazione di categoria legata ai costruttori ha però chiesto all’Amministrazione di commutare la sanzione in opere utili a migliorare il progetto. Abbiamo accettato. Le aziende costruttrici si impegneranno nella realizzazione di interventi aggiuntivi sul parcheggio e sulla nuova piazza, per un importo complessivo di 40 mila euro». Piazza San Paolo giunge dunque alle ultime battute: il teatro fatto di scavi, cemento, transenne, rumore e betoniere è stato sgomberato, restituendo ossigeno al cuore cittadino. Tira un sospiro di sollievo la politica: la spesa affrontata – anche se in project financing, cioè con finanziamento privato – per la realizzazione dell’opera e l’opprimente presenza del cantiere (che ha limitato i residenti e penalizzato i commercianti) hanno dato fiato nei mesi scorsi all’opinione pubblica, che si è sprecata in lamentele, paure, opposizioni. In tempo di crisi, i numeri a sei zeri sollecitano le immaginazioni e gli ingegni, spalancano collettivi interrogativi su come i soldi avrebbero potuto essere spesi. Ma oggi l’esito appare soddisfacente e la piazza ha davvero un volto diverso.

m.v.

Abbonamenti da 39 a 56 euro, oppure 1,10 l’ora

«Sembra che Parcheggi Italia comandi la città»: sono le parole, sospese tra l’allarme e la provocazione, pronunciate il 30 aprile dal consigliere del Partito democratico Lorenzo Paglieri nell’aula del Consiglio comunale e riferite all’azienda costruttrice – e finanziatrice – del parcheggio interrato di piazza San Paolo. Durante il consesso, Paglieri ha presentato un’interrogazione, chiedendo di “salvare” una porzione del parcheggio gratuito di via Liberazione, allestito durante le fasi iniziali del cantiere per consentire a residenti e no la possibilità di sosta non onerosa. L’assessore ai lavori pubblici Paolo Minuto ha spiegato: «Il parcheggio di via Liberazione verrà smantellato, anche perché Rotoalba realizzerà al suo posto una portineria per mezzi pesanti, che non entreranno per favorire i residenti e i lavoratori di piazza San Paolo, l’Amministrazione sta concordando con Parcheggi Italia sconti fino al 40 per cento sugli abbonamenti annuali al parcheggio interrato. Non graveremo certamente sulle spalle delle famiglie». Il 2 maggio sono poi state deliberate dalla Giunta le tariffe, 1,10 euro all’ora, un po’ di più rispetto agli altri posteggi blu, da 0,90 euro. Gli abbonamenti mensili costeranno 56 euro, ma residenti, esercenti e altre categorie pagheranno 39 euro. Cifre che non mancheranno di far storcere il naso: lo squilibrio di 20 centesimi tra i posteggi della nuova struttura e il resto dei parcheggi cittadini si presta a essere interpretata come una decisione controversa, adottata dalle imprese – che pure hanno realizzato l’interrato – per questioni di profitto e senza preoccuparsi del confronto.

m.v.

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