Ultime notizie

Pattume conteso

Brignolo: disposti ad accogliere i rifiuti provenienti da Roma

Sembra non avere fine l’iter per il servizio di raccolta rifiuti e igiene urbana, affidato all’associazione d’imprese formata da Cooplat, Bra servizi e De Vizia transfer. Il gruppo ha vinto la gara per 21.604.194 di euro, ma il servizio, che doveva partire dal primo marzo 2013 in 55 Comuni dell’albese-braidese, le due città maggiori escluse, al momento è stato prorogato a luglio. Sull’esito pende la scure del Tar, il Tribunale amministrativo regionale – cui ha fatto ricorso l’associazione giunta seconda, formata da Stirano e Aimeri – chiamato a esprimersi entro il 13 giugno.

A complicare le cose, la notizia che i vertici della De Vizia transfer, colosso del settore, nato ad Avellino, ma con sede a Torino, sono finiti agli arresti domiciliari nell’indagine sulla gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani nell’isola di Ponza. L’operazione è stata condotta dagli uomini della Guardia di Finanza sulla base delle ordinanze del Gip del Tribunale di Latina e su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano. La De Vizia transfer sarebbe inoltre coinvolta, in modo più marginale, in un altro scandalo legato all’ex Italsider di Bagnoli, insiema a 21 indagati dalla Procura di Napoli, che ipotizza il reato di disastro ambientale. Le inchieste hanno scatenato reazioni lungo tutto lo Stivale, essendo l’attività della De Vizia transfer ramificata e radicata in particolare in regioni come il Veneto e la Sardegna e potrebbero avere un peso al momento della stipula del contratto definitivo nella nostra area, quando l’Ati vincitrice della gara sarà chiamata alla verifica dei requisiti di idoneità allo svolgimento del servizio.

Anna Becchis Vezza, presidente del Coabser, il Consorzio albese-braidese servizi rifiuti, commenta, infatti: «Attendiamo la pronuncia del Tar e, in seguito, procederemo alla verifica dei requisiti presso tutti gli organi preposti. Al momento dell’aggiudicazione definitiva l’Ati vincitrice rispettava i requisiti richiesti. Se la situazione fosse mutata non sarà stipulato alcun contratto».

Di altro avviso Giuseppe Piumatti (Bra servizi): Le indagini della Magistratura su presunte irregolarità commesse sull’isola di Ponza non avranno ripercussioni sul territorio. L’Ati vincitrice dell’appalto per i rifiuti della nostra zona ha come capofila la Cooplat di Firenze e come referente il marchio Bra servizi, un’azienda che ha sempre operato nel pieno rispetto della legalità. La De Vizia transfer è un colosso che opera in tutta Italia, è socio con il trenta per cento in questa associazione come lo è in decine di altre, in alcuni casi al fianco di Aimeri. Sono fiducioso che il 13 giugno il Tar confermi l’esito della gara, in modo da partire subito con il servizio migliorato e la possibilità di nuove assunzioni».

g.a.

Ranieri (Str): «Rifiuti zero non si può»

C’è ancora tempo per firmare – in Comune – la proposta di legge di iniziativa popolare della campagna Rifiuti zero, tra i cui obiettivi figura una più corretta pratica per la riduzione dell’immondizia, il passaggio a riuso e riciclo, la riduzione del conferimento in discarica. Ne parliamo con Gianni Ranieri, presidente di Str (Società trattamento rifiuti), a cui spetta la gestione degli impianti del Consorzio albese-braidese servizi rifiuti: 17 centri di raccolta, il preselettore, le discariche, l’impianto di compostaggio e gli impianti di recupero biogas e depurazione del percolato.

Ranieri, rifiuti zero si può?

«È utopico non produrre più rifiuti, però è importante andare in quella direzione. Si devono ridurre gli imballaggi e separare i rifiuti a partire dalle famiglie».

Quanto viene differenziato nel nostro Consorzio?

Nei 55 Comuni di competenza vengono prodotte 85 mila tonnellate l’anno di rifiuti e trattate da Str 37 mila. Si differenzia il 65 per cento del raccolto, anche se non è una percentuale effettiva: riciclare, cioè riportare gli scarti nel ciclo virtuoso, riguarda i due terzi del differenziato. Quindi, secondo le nostre stime, in realtà siamo sotto il 50 per cento. Il 35 per cento circa del materiale finisce in discariche (come quella di Sommariva Perno) o inceneritori. Stiamo puntando a inviare 10 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati al cementificio Buzzi, a Robilante, dove il “carbonverde” – un derivato della lavorazione della frazione secca – verrà bruciato».

Bruciare i rifiuti è utile in termini di sostenibilità?

«Bruciare i rifiuti – ma il “carbonverde” è una frazione dei materiali – permetterebbe ai cementifici di ridurre la dipendenza da PetCoc, un derivato del petrolio, utilizzato nel ciclo del cemento. Detto questo, sarebbe più interessante produrre energia dall’immondizia, ma i costi sono ancora troppo elevati. Non rimane che migliorare la differenziata».

Maurizio Bongioanni

Banner Gazzetta d'Alba