Alba sotto il tiro della CRISI

ALBA Si spende meno per prudenza o per mancanza di denaro? La risposta arriva dagli albesi. La domanda è se (e perché) consumano meno rispetto a qualche anno fa. Per quanto abbozzato, è emerso un quadro della situazione assai eterogeneo; la costante: ognuno ha mutato strategia di consumo.

Incontriamo in corso Europa un gruppo di impiegati in pausa pranzo dall’ufficio. A improvvisarsi portavoce è Gianpaolo, accigliato trentanovenne, che snodandosi la cravatta ci spiega il suo punto di vista: «Non credo che la situazione sia così drammatica: perlomeno non ad Alba. Mi informo spesso e salvo qualche caso isolato, non ricordo la presenza di situazioni disperate. I media tendono a giocare con la paura delle persone».

crisi

Quando gli si domanda se ha famiglia, risponde: «Sono single e negli ultimi anni mi sono trovato a riformattare il mio modo di acquistare, perché il mercato sta variando». In una traversa, una signora sulla settantina appoggia due borse della spesa di fronte al portone di un condominio. È Serena, originaria di Messina, da quarant’anni nella capitale delle Langhe: «Immaginate cosa mi tocca fare: capita che io chieda soldi ai miei figli. La pensione non basta più e dato che devo cucinare pranzo per i miei nipoti, occorre fare una spesa abbondante ogni settimana». Nonostante l’amarezza nel tono di voce, la signora sorride: «Ce la caveremo: sono arrivata qui povera, sono stata ricca, e ora mi ritrovo come all’inizio, ma non importa, finché la salute rimane…». Entra nella palazzina e continua a salutare dall’altra parte del vetro.

In direzione del centro storico, nei pressi del cavalcavia, cammina Mario. Afferma di vivere ad Alba,ma non dice qual è il suo lavoro. Le sue parole sono di rara intensità: «Bisognerebbe domandare alle persone se è stato necessario spendere così tanto in passato. In ogni caso, se si punta all’essenziale, se si crede in se stessi, tutto andrà a buon fine». Poi a sorpresa, prima di andarsene, afferma: «Ho un figlio di diciotto anni, e per qualche mese ho avuto paura di non riuscire a mantenerlo; con tanta forza d’animo e inventiva, stiamo riuscendo a cavarcela; l’isola felice che era Alba sta affondando ».

Il caldo sembra non colpire Maurizio, giovane operaio, da poco resosi indipendente dalla famiglia; ci fermiamo a chiacchierare in via Galimberti: «Lavoro in fabbrica, e devo ammettere che il contratto a tempo indeterminato mi rende tranquillo: non avverto né crisi, né difficoltà nel vivere; spero che la mia azienda resista alla recessione, per continuare a concedermi le mie piccole soddisfazioni».

In conclusione uno scambio di battute con Giorgia, trentatreenne nata in alta Langa. Impiegata nel settore alimentare fino a tre mesi fa, ha perso il lavoro: «Da disoccupata non sto poi così male. Sono giovane e ho di fronte a me un mare di possibilità. Senz’altro la crisi favorisce l’immaginazione e per resistere bisogna concentrarsi sui lati positivi delle cose che accadono qui».

Le sue parole dimostrano come l’ottimismo e la voglia di fare possano essere un primo passo per vedere il mondo da un’altra angolazione Dopo un’occhiata complice, la ragazza si allontana e ci promette di avvertirci qualora trovasse un nuovo impiego. Marco Viberti

L’inchiesta completa sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola da martedì 25 giugno.

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