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Oratori e associazioni: due pilastri per la formazione dei nostri giovani

Le associazioni (culturali, sportive, ecc.) sono il più bello, e fortunatamente per ora anche il più comune, esempio di coesione sociale che possiamo trovare intorno a noi. Le realtà delle parrocchie e degli oratori sono fondamentali per la formazione dei nostri figli; non si tratta “solamente” della formazione religiosa, anche perché gli oratori sono frequentati sempre di più da ragazzi di credo religioso differente; trattasi invece di una ben più importante crescita, quella umana. Solitamente il passo successivo all’oratorio è quello dello sport, fatto nelle tantissime società sportive che popolano la nostra zona. In tema di società sportive è fondamentale la figura degli allenatori e degli insegnanti; si tratta di persone che nella stragrande maggioranza dei casi sono dei veri e propri maestri di vita che trasmettono ai giovani i valori dell’onestà e della tolleranza. Se il nostro Paese è sorretto da una solida base di associazioni e di volontariato lo dobbiamo esclusivamente a quelle scuole di vita, gli oratori e le associazioni, che accolgono i nostri ragazzi. Non si tratta di scatole vuote dove “parcheggiare” i nostri figli, bensì abbiamo a che fare con delle persone che si dedicano gratuitamente al prossimo e che lo fanno perché sentono dentro di loro l’esigenza di impegnarsi in prima persona per rendere migliore il mondo in cui vivono. L’apporto che queste istituzioni danno alla società è impagabile, andrebbero considerate come eccellenze da tutelare; invece ora più che mai sono considerate semplici voci di bilancio da sottoporre a tagli strategici e accorpamenti finalizzati alla mera riduzione del costo contabile. Sento di concludere ringraziando tutti i volontari che mettono il proprio tempo, energie e passione al servizio della società; senza di loro l’Italia sarebbe un Paese arido e privo di futuro.

Carlo Bo, consigliere comunale, Alba

Oratori e associazioni, soprattutto sportive, sono davvero importanti per la formazione dei nostri giovani. È giusto che siano sostenuti, nei limiti del possibile. Cercando anche, e mi riferisco alle associazioni sportive, di crescere nella collaborazione reciproca, per evitare un’eccessiva dispersione di energie. Vorrei però soffermarmi sulla realtà degli oratori, che negli ultimi anni ha visto un crescente successo, soprattutto il cosiddetto oratorio estivo, che da noi si chiama Estate ragazzi e da altre parti d’Italia Grest. Non si tratta solo di fare qualche attività, o peggio di parcheggiare per qualche ora i nostri ragazzi. L’oratorio ha una funzione educativa primaria, anche dal punto di vista della comunicazione della fede. Verrebbe da dire: “Meno male che c’è l’oratorio”, come abbiamo scritto in copertina sull’ultimo numero di Credere. L’educazione delle nuove generazioni è fondamentale per avere qualche speranza per il futuro. Non a caso il tema degli orientamenti pastorali della Chiesa italiana per questo decennio è la sfida educativa, l’educazione alla vita buona del Vangelo. In questo contesto pochi mesi fa è uscito un documento della Conferenza episcopale italiana dedicato proprio all’oratorio, che consiglio a tutti di leggere. Il titolo è già un programma: Il laboratorio dei talenti. Nel testo si fa anche riferimento alla grande tradizione educativa piemontese, che ha avuto grandi figure, come San Giovanni Bosco, Santa Maria Domenica Mazzarello, San Leonardo Murialdo. Ecco una sintesi, tratta da Educare alla vita buona del Vangelo, sul valore dell’oratorio: «Nell’opera dei grandi testimoni dell’educazione cristiana, secondo la genialità e la creatività di ciascuno, troviamo i tratti fondamentali dell’azione educativa: l’autorevolezza dell’educatore, la centralità della relazione personale, l’educazione come atto di amore, una visione di fede che dà fondamento e orizzonte alla ricerca di senso dei giovani, la formazione integrale della persona, la corresponsabilità per la costruzione del bene comune». Un ottimo spunto su cui riflettere.

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