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Giornata mondiale della gioventù di Rio: basta il pensiero?

Alle centinaia di migliaia di giovani, che hanno brigato e brigano per partecipare alla Gmg, il pensiero non basta assolutamente. Ciononostante hanno dovuto tutti fare i conti con la crisi e con la scarsità delle risorse. Andare fino a Rio de Janeiro non costa solo quattro soldi. Quelli che riescono ad andarci, spinti dalla curiosità o dalla ispirazione spirituale o dal desiderio di fraternizzare con l’universo giovanile, potranno ascrivere questa esperienza alla storia della loro vita. Quelli che vivranno le giornate all’insegna della baraonda oceanica, passeranno comunque momenti assolutamente indimenticabili. Si sente dire che per alcuni saranno anche momenti determinanti, tali cioè da cambiare loro la vita. Senza arrivare a questi estremi, i bei ricordi e le belle esperienze fanno sempre piacere. Un augurio in questo senso non lo si può negare a nessuno. Io sono il primo a estenderlo a tutti coloro che scenderanno a Rio de Janeiro. Specialmente per coloro che hanno sudato a racimolare anche l’ultimo centesimo, per pagarsi il viaggio, senza chiedere l’elemosina o senza sottrarla a chi realmente necessita. Un particolare invito al “ripensamento”, visto che anche di questo discuteranno i giovani, lo faccio a quelli di loro che manco sanno cosa vuole dire viaggiare a proprie spese. Chi ci sarà vedrà, racconterà, enfatizzerà. Chi non potrà esserci, ma ha in cuore il desiderio, assicura il Papa, potrà fruire dell’indulgenza plenaria. Fra le note un po’ stonate, che ancora la Gmg 2013 registra, forse è proprio questa a lasciare più perplessi. Le indulgenze plenarie furono, al tempo di Lutero, la prima causa della grande rottura della unità dei cristiani. Il nuovo corso del papato dovrebbe rivedere a fondo la vecchia abitudine, molto curiale e alquanto insana, di spendere e spandere indulgenze. Conviene realmente chiedersi, non solo con il pensiero, se è meglio acquisire delle indulgenze e perdere dei fratelli o viceversa.

Raimondo Testa, Bra

L’esperienza della Gmg è sicuramente straordinaria per chi vi partecipa. Anche per i ragazzi albesi guidati da don Emiliano Rabellino. Da loro ci faremo raccontare che cosa ha voluto dire vivere in prima persona non solo i bagni di folla, carichi di entusiasmo e di emozione,ma anche le catechesi, il confronto con tanti altri giovani uniti dal desiderio di seguire Cristo, l’incontro con la gente del Paese ospitante, il Brasile. Esperienze come queste, soprattutto se vissute sul posto, ma anche se seguite da lontano, uniti nella preghiera, seguendo gli eventi in tv, sui giornali o su Internet, come è avvenuto per molti di noi, lasciano sempre un regalo. C’è chi lo coglie subito, chi decide di scartarlo più tardi. Ma per tutti è un’opportunità di riflettere sulla propria vita e capire che cosa conta davvero. Una breve nota sulle indulgenze. Le cause della rottura con Lutero sono più complesse. In fondo il problema, più che le indulgenze, era la loro compravendita. Dal punto di vista teologico, gli evangelici non le riconoscono perché non se ne parla espressamente nella Bibbia. Questo però, a ben vedere, vale per tante altre realtà del cristianesimo. Noi crediamo invece che la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, possa comprendere più a fondo lungo la storia quello che Dio ha rivelato. Il punto è però capire che cosa sono le indulgenze. Ogni peccato ha delle conseguenze; anche se viene perdonato con il sacramento della Penitenza, queste conseguenze rimangono. Se io rompo un vaso, anche se il proprietario mi perdona, il vaso rimane rotto. I meriti di Cristo, della sua passione, morte e risurrezione sono però così grandi che anche queste conseguenze, dette pena temporale, vengono scontate (indulgenziate), riducendo così la necessità di riparare con la preghiera, la penitenza e con la purificazione del Purgatorio il male compiuto.

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