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A colloquio con Vénuste e Christhopher

BRA. La comunità salesiana di Bra ha ospitato due giovani salesiani stranieri, che stanno studiando teologia a Roma e a Gerusalemme. Si tratta di Ntigurirwa Vénuste originario del Ruanda e John Christopher originario dell’India.
Perché siete venuti a Bra?
«Siamo a Bra per aiutare la Comunità salesiana nell’attività educativa che si svolge nell’Estate ragazzi e nello stesso tempo per fare un’esperienza nuova, infine anche per imparare un po’ l’italiano».
Come trovate l’oratorio braidese?
«È ben organizzato, con tanti animatori e tanti ragazzi, molto impegnati con un programma preciso e ricco di proposte. Non si gioca solo, ma ci sono dei momenti sia di riflessione su tematiche adatte e sia momenti di preghiera. In particolare vengono organizzate varie attività in cui i ragazzi possono esprimersi liberamente».
Come vedete i nostri ragazzi?
«I ragazzi italiani sono aperti e accoglienti, attivi ed entusiasti. Rispettano le regole e seguono le raccomandazioni degli animatori».
Le vostre impressioni sull’Italia?
«È bella per la natura e la cultura, che sono molto differenti dalle nostre, cibo compreso che abbiamo apprezzato. Gli italiani sono legati alle loro tradizioni. Sono molto attenti e accoglienti verso gli stranieri, soprattutto nelle comunità cristiane».
Come si è sviluppata la Congregazione salesiana nei vostri Paesi?
«I salesiani sono arrivati in Ruanda nel 1954 grazie ai missionari belgi, che hanno portato il carisma di Don Bosco. Si sono sviluppate varie opere educative: scuole, parrocchie, oratori, centri professionali. Attualmente i Salesiani della nostra ispettoria sono 90 con molte vocazioni», spiega Vénuste.
«In India sono arrivati i missionari salesiani dall’Italia nel 1906. Poi la congregazione si è sviluppata notevolmente un po’ ovunque, tanto che oggi si contano ben 12 ispettorie con circa 2.584 salesiani, tutti indiani, e le vocazioni sono numerose. Le opere principali sono costituite soprattutto da parrocchie, scuole tecniche, collegi universitari, scuole serali, orfanotrofi, case per i giovani poveri e abbandonati. L’attività di educazione e di evangelizzazione coinvolge sia cristiani che non cristiani. Molti operano come missionari nel nord India, nel sud est asiatico e in vari stati africani», aggiunge Christopher.
Come è nata la vostra scelta di diventare salesiani?
«La mia vocazione è nata grazie ad un sacerdote che in Ruanda mi ha dato testimonianza della sua vita dedicata ai giovani e mi ha stimolato ad offrirmi al Signore sulle tracce di Don Bosco».
«La mia è nata in una parrocchia salesiana del sud India dove operavano i primi missionari salesiani. Ho studiato all’università dei Gesuiti, ma sentivo l’attrattiva dello spirito salesiano. Sono stato animatore di gruppi giovanili. Terminati gli studi universitari sono entrato nel noviziato salesiano».
Cosa vorreste dire ai ragazzi che avete incontrato a Bra?
«Siamo stati contenti di questa bella esperienza ricca di gioia in mezzo a voi. Vi auguriamo di continuare ad essere sempre, come diceva Don Bosco, buoni cristiani e onesti cittadini».
Teresio Fraire

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