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Salvataggio del Tribunale tra speranze e disillusione

ALBA Mentre Gazzetta va in stampa prima della pausa estiva, è in corso un ultimo tentativo per salvare il Tribunale di Alba. A Roma i parlamentari della zona stanno lavorando alacremente, forti dell’apertura manifestata nei giorni scorsi dal Ministro della giustizia verso l’adozione di un provvedimento correttivo della riforma della geografia giudiziaria. Una missione che però non sembra agevolata dalla fortuna, visto che la stessa ministra Anna Maria Cancellieri è stata ricoverata in ospedale dopo essersi rotta il braccio sinistro a seguito di una caduta ed è stata sottoposta a un intervento per ridurre la frattura.

Intanto in città si alternano sentimenti contrastanti: a momenti di sconforto seguono barlumi di speranza. Nessuno però vuole arrendersi.

Così l’avv. Roberto Ponzio, difensore dei dipendenti del Palazzo di giustizia albese che si sono opposti alla riforma fino al giudizio – purtroppo negativo – dinnanzi alla Corte costituzionale: «Che il Tribunale di Alba rientri nei 30 da sopprimere è un torto, un’ingiustizia istituzionale, come più volte rimarcato. Ma vi è un ulteriore dato paradossale dal punto di vista logistico: quello di Alba è tra i pochi se non l’unico Tribunale a essere incorporato, sin da subito, per disponibilità della struttura accorpante. È altamente probabile che il 14 settembre prossimo saremo il primo, se non forse l’unico, ufficio giudiziario a subire un trasferimento. Gli altri tribunali cancellati dalla nuova geografia giudiziaria, per indisponibilità della nuova destinazione, rimarranno provvisoriamente nelle loro sedi originarie consapevoli che nel nostro Paese nulla è stabile fuorché il provvisorio».

L’avv. Ponzio non nasconde una certa amarezza: «Confidare che, in extremis, un provvedimento ministeriale possa evitare questo rischio ristabilendo verità e giustizia è, allo stato, più che una speranza un azzardo. Da tempo, dal loro pergamo, professorini, maestrini, benpensanti, fighetti ci hanno doviziosamente spiegato che il trasferimento ad Asti era ed è evento ineluttabile e non evitabile. Personalmente non alzerò mai bandiera bianca e, se dovesse finire male, sarò vinto ma non convinto. Una causa giusta vale anche una battaglia perduta».

Lievemente più ottimista appare il sindaco di Alba Maurizio Marello: «Dalle notizie che abbiamo, ci sono buone probabilità che il Ministero abbia inserito anche il Tribunale di Alba tra i palazzi di giustizia da salvare. Il problema è che questo provvedimento correttivo venga adottato rapidamente, visto che la data del 13 settembre è sempre più vicina».

Roberto Buffa

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