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Tartufo: al via il Piano di promozione

ALBA Definito il Piano annuale delle attività di promozione del tartufo, per un valore complessivo di 500 mila euro che verrà finanziato attraverso le risorse ricavate dagli stessi tesserini dei trifolao. Il programma operativo 2013 è stato approvato dalla neo Consulta per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno piemontese, riunita nel suo secondo incontro presso il Comune di Asti, dopo l’insediamento a maggio a Vezza d’Alba.

cane tartufo
Sarà gestito operativamente dall’Ipla 
, l’Istituto per le piante da legno e l’ambiente, in stretta collaborazione con la Consulta stessa , presieduta dall’assessore al turismo e alla tartuficoltura della Regione Piemonte, Alberto Cirio, di cui fanno parte anche le Province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino, l’Unione delle associazioni dei trifolao piemontesi, le organizzazioni agricole , il Cnr – Istituto protezione delle piante e il Centro nazionale studi tartufo .

Quattro gli ambiti di attività a cui verranno destinate le risorse, a cominciare da 200 mila euro per ripristinare le indennità ai proprietari delle piante tartufigene. Il contributo era assente da tre anni e riguarda circa 180 mila persone (sulla base delle ultime domande presentate nel 2011, ma non più finanziate) che riceveranno 7 euro a pianta, se sceglieranno di tutelare e preservare sui propri terreni questo patrimonio, mettendolo a disposizione della ricerca libera da parte dei trifolao.

Altri 100 mila euro andranno al recupero e alla gestione delle tartufaie pubbliche con uno specifico bando rivolto ai Comuni e alle Province, che si chiuderà a novembre 2013 e che finanzierà il 50 per cento delle spese sostenute per gli interventi di salvaguardia.

Il Piano prevede anche due progetti a regia regionale, del valore complessivo di 100 mila euro, per potenziare l’immagine dell’enogastronomia piemontese in vista dell’Expo 2015 . I due progetti verranno definiti dalla Consulta entro l’inizio della stagione tartufigena.

Infine, 100 mila euro saranno destinati al sostegno delle venti fiere del tartufo ospitate sul territorio sabaudo. Questo intervento assume particolare rilevanza, perché, a causa della crisi e della contrazione degli sponsor, molte manifestazioni dedicate al tartufo erano a rischio estinzione. Invece, per la prima volta a tutte verrà riconosciuto un contributo e, soprattutto, lo si farà con un meccanismo proporzionale che premia la tipologia di fiera (regionale, nazionale o internazionale) e la sua durata, assegnando 2 mila euro alle fiere regionali, 5 mila euro alle fiere nazionali della durata di una giornata e 7 mila a quelle di durata superiore, 17 mila euro per le fiere a carattere internazionale.

In autunno il Piemonte convocherà sul proprio territorio un incontro con le 13 regioni italiane interessate dalla tartuficoltura (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata), facendosi promotore di una proposta di legge di iniziativa regionale, che sostituisca e rinnovi l’attuale normativa nazionale, la numero 752 del 1985.

alberto_cirio«La legge che disciplina il tartufo ha quasi 30 anni – spiega l’assessore regionale Alberto Cirio – e necessita di una profonda revisione, soprattutto sotto il profilo fiscale, cosa che oggi crea grosse ingiustizie, come il doppio pagamento dell’Iva che i commercianti sono costretti a versare sia quando comprano il tartufo che quando lo rivendono. Purtroppo in questi anni si sono avvicendati vari parlamentari che, con buone intenzioni e volontà, hanno tentato di avviare l’iter per una nuova normativa, che eliminasse in particolare questo problema della fiscalità. Ma nulla, con nessuna maggioranza al governo, si è mai realizzato. Forse perché così settoriale e limitato ad alcune aree geografiche, l’argomento non ha mai ricevuto dal Parlamento la giusta sensibilità. Per questo motivo e a fronte degli insuccessi negli anni, con la Consulta abbiamo deciso di lavorare a una nuova legge su proposta delle regioni italiane del tartufo, che sono in tutto 13. Nel prossimo autunno le inviteremo in Piemonte per definire il testo della proposta di legge, che faremo approvare da tutti i rispettivi Consigli regionali prima di inviarla al Parlamento. Con questa modalità innovativa, risolveremo innanzitutto il problema del disinteresse di alcuni parlamentari, che verranno così stimolati direttamente dai loro territori di provenienza. Inoltre avremo maggiore forza all’interno della Conferenza Stato-Regioni per pretendere che la proposta di legge venga calendarizzata e discussa. Infine, come ultima considerazione di carattere politico, il testo che proporremo sarà espressione di Regioni con giunte e colori diversi e, quindi, avrà una portata trasversale che potrà garantire una maggiore attenzione da parte del Parlamento».

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