Santità, la aspettiamo a Bra

BRA Scritta dal sindaco Bruna Sibille sulla carta pergamena, con il simbolo della città, adesso la lettera è nelle mani del Pontefice romano.

bra piazza san pietro

La missiva braidese, che ha viaggiato con la delegazione di un centinaio di residenti (20 dei quali erano confratelli dei Battuti bianchi) che, a inizio della scorsa settimana hanno raggiunto la Capitale per partecipare all’udienza del mercoledì, è stata consegnata al Santo Padre proprio dalle mani del primo cittadino. Il documento contiene l’invito a venire nella città della Zizzola per festeggiare l’ottantesimo anniversario della canonizzazione di san Giuseppe Benedetto Cottolengo.

In uno dei passaggi salienti della lettera, il Sindaco scrive: «Bra è la città natale di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, il santo degli ultimi, dei più poveri, degli umili. Tutta la sua opera ha avuto come fine la volontà di dare dignità di persona a coloro che la società aveva messo ai margini, attraverso la costruzione delle Case della Divina Provvidenza, che ancora oggi continuano a perpetuare l’intuizione del nostro concittadino più celebre. Un messaggio, quello del Cottolengo, che ho voluto cogliere anche in molti dei suoi passaggi in questi primi mesi di Pontificato, nel quale lei ha saputo dare attualità a concetti quali dignità, coesione, uguaglianza, che troppo spesso erano stati accantonati dalle nostre società dell’avere».

E poi gli rivolge l’invito alle celebrazioni che la città, insieme alle comunità cottolenghine che vivono a Bra, stanno preparando per questo anniversario.

Commenta il Sindaco, di ritorno dalla capitale: «Avendo saputo che il Pontefice potrebbe venire a Torino nel prossimo anno, lo abbiamo invitato anche a Bra, per pregare con lui, ricordando l’ottantesimo anniversario dalla canonizzazione di san Giuseppe Benedetto Cottolengo che avvenne nel 1934. Se questo succedesse, sarebbe il più grande regalo che la nostra cittadina potrebbe ricevere per ricordare il suo più illustre figlio».

Conclude suor Maria Teresa Colombo, direttrice della casa-museo che si affaccia sull’Ala di corso Garibaldi: «Se papa Francesco ci onorasse di una visita,saremmo molto felici di accompagnarlo a scoprire gli ambienti dell’abitazione della famiglia Cottolengo, nei quali è maturata la vocazione del santo figlio di Bra».

Valter Manzone

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