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Il Palio in piazza Medford non convince

ALBA La sede del Palio degli asini va ripensata. Diversi albesi sono tornati dalla gara dei ciuchini insoddisfatti. Non per l’esito della corsa – che, nonostante le annunciate proteste degli animalisti, si è svolta senza alcun intoppo – o per il brutto tempo, ma per la scelta di organizzare la manifestazione in piazza Medford, lontano dal cuore della città. A esternare le perplessità degli scontenti è il capogruppo consiliare del Popolo della libertà Carlo Bo. «Parlando con molte persone, a manifestazione avvenuta, ho riscontrato che il cambiamento non è stato ben accolto», ha dichiarato Bo. «La precedente sede, piazza Cagnasso, più vicina alle vie del centro, riusciva almeno in parte a colmare l’assenza di una cornice splendida come quella di piazza Duomo. Piazza Medford, invece, ha trasmesso “freddezza”, relegando il Palio in un angolo».

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Pareri negativi anche dagli addetti ai lavori. Bo: «Figuranti e altre persone impegnate nell’organizzazione mi hanno fatto notare che piazza Medford, non essendo riparata ai lati da altre strutture, risulta particolarmente esposta agli eventi atmosferici, cosa che di fatto potrebbe rendere disagevole la permanenza sugli spalti e al centro del campo». Il cambio di sede, come ha fatto intendere l’organizzazione in più di un’occasione, pare finalizzato a migliorare la sicurezza generale del Palio. «Sulla sicurezza non si scherza, ma in questo senso non vedo grosse differenze tra piazza Medford e piazza Cagnasso», ha sentenziato il consigliere di opposizione, il quale ha proposto di istituire un tavolo di lavoro trasversale sul Palio e più in generale su tutte le iniziative dedicate al tartufo. «Vista l’importanza rivestita dalla Fiera in chiave economica, sarebbe utile istituire un tavolo di lavoro capace di coinvolgere, oltre alle figure istituzionali preposte, come Ente fiera, Comune e Giostra delle cento torri, anche i tanti commercianti e albergatori che non fanno parte di associazioni di categoria e i cittadini, attraverso i comitati di quartiere. La Fiera è un bene di tutti e tutti devono avere l’opportunità di esporre il proprio punto di vista», ha concluso Carlo Bo.

Enrico Fonte

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