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Guardare oltre la crisi per andare avanti

ECONOMIA «Dal 2007 il prodotto interno lordo (Pil) è caduto almeno del 9 per cento, un dato mai registrato nella storia dell’ultimo secolo e mezzo del Paese. Siamo tornati ai livelli del 1998. Quindici anni sono andati persi». Lo ha asserito Ezio Falco, con un discorso fuori dagli schemi, molto applaudito. Il presidente della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo ha riunito nel maniero di Grinzane Cavour venerdì 22 un parterre di esperti, manager, imprenditori e amministratori pubblici per parlare di crisi, con l’impegno a trovare i modi per superarla in concreto, come hanno sempre saputo fare i cuneesi, intrisi di quella cultura dell’azione e dell’innovazione di cui Cavour fu esempio.

Ezio Falco

«Come gruppo dirigente del Paese siamo interpellati a cambiare», ha indicato Falco. «La crisi genera travaglio e sofferenza e siamo consapevoli che occorre inventiva, strategia, un piano d’azione a lungo termine e lucidità per uscirne. L’Italia era malata da decenni, ben prima del 2008. E oggi arranca, tra sfiducia e rassegnazione, insopportabili spie del disagio sociale. Da troppi anni si parla di strategie e ancora non riusciamo a vedere la strada».

Evocando le figure di Camillo Benso conte di Cavour, sindaco di Grinzane e primo presidente del Consiglio dei ministri d’Italia, e di Albert Einstein – il Nobel per la fisica del quale ha citato le celebri frasi tratte da Il mondo come lo vedo io, del 1931 – «due personalità geniali che hanno molto da insegnarci», Falco ha lanciato il suo guanto di sfida: «Dobbiamo dare il nostro contributo alle soluzioni, fare tutto il possibile per lenire la sofferenza e cercare le idee più adeguate, costruendo il futuro attraverso l’azione».

E non ha lasciato margini alle facili autogiustificazioni il Presidente della fondazione Crc, il quale ha scandito: «Sono stufo dell’uso quotidiano della retorica. Serve la capacità di andare all’essenziale. Occorre che la classe dirigente del Paese si doti di una strategia, la presenti alla comunità e sia consapevole che su di essa sarà giudicata. Urge trovare in fretta la strada per generare non sviluppo, ma sviluppo sostenibile. Dobbiamo reagire sotto il peso della responsabilità, avendo fiducia che l’alba verrà, se avremo lavorato con lungimiranza intelligente e operosa. Lo chiedono i nostri giovani, ai quali purtroppo consegniamo un Paese in ginocchio».

«Basta piangere!», ha esordito nella seconda parte dell’incontro Giuseppe Berta, storico dell’economia alla Bocconi di Milano, chiamato a moderare la riflessione, introducendo Antonio Rigon, amministratore delegato di Sinloc, Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i Sgr, Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti, e Vittorio Massiah, consigliere delegato di Ubi banca.

Tutti i relatori hanno descritto soluzioni innovative per il Paese, nella consapevolezza che le terapie fin qui proposte non sono riuscite a incidere sulla crisi, determinando la ripresa. Parole d’ordine: reagire, anche in Piemonte, dove si vive una caduta che prosegue da un ventennio, ricostituire la capacità di fare impresa, sepolta sotto il manto dello scoramento anche nella più fertile delle terre d’Italia, cambiare l’immagine del Paese, partendo da casa nostra, in pochi anni, come seppe fare Camillo Cavour.

 Maria Grazia Olivero

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