Per Famiglia Cristiana è Lampedusa l’Italiano dell’anno 2013. «Abbiamo scelto l’isola e i suoi abitanti come esempio di solidarietà nei confronti degli immigrati in cerca di speranza e futuro, dopo essere fuggiti da guerre, persecuzioni, fame e miseria. Quelli che, comunque, ce l’hanno fatta ad arrivare, nonostante le carrette del mare, perché altri, a migliaia, tra cui donne e bambini, la vita l’hanno persa tra le onde del Mediterraneo e dell’indifferenza delle nazioni europee», scrive il direttore don Antonio Sciortino nel numero in edicola e in parrocchia per Natale.
«Una scelta, quella di Famiglia Cristiana», continua don Sciortino, «che premia gli abitanti di Lampedusa per la loro generosità, per la loro accoglienza, per essere usciti di casa a salvare vite umane, al di là della loro provenienza, del colore della pelle e del credo religioso. Una generosità fuori del comune che avrebbe meritato all’isola anche il Nobel per la pace. Un riconoscimento, inoltre, che intende scuotere le coscienze di chi è insensibile all’immigrazione e ai morti annegati in mare, ma anche denunciare il trattamento disumano e incivile riservato agli immigrati nel Campo di accoglienza di Lampedusa, come è avvenuto nei giorni scorsi».
«La nostra scelta di Lampedusa come italiano dell’anno coincide con il numero di Natale», scrive ancora il direttore di Famiglia Cristiana. E conclude: «Coincidenza non casuale, perché c’è un legame profondo tra la festa cristiana e i profughi. “Il migrante”, leggiamo in un messaggio di Benedetto XVI, “è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili, da rispettare sempre e da tutti. Gesù stesso, da bambino, ha vissuto l’esperienza del migrante perché, come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria”. Con le nostre leggi di respingimento, anche la Santa Famiglia avrebbe avuto vita difficile a venire in Italia. Ancora oggi, in qualche presepe non vengono messi i re Magi, sostituiti dalla scritta: respinti alla frontiera. Vorremmo che non capitasse più».