Il sogno vero di Filippo e Paolo

Il monticellese Filippo Margiaria, fondatore, con il braidese Paolo Giangrasso, di Aidìa.

Dimenticate per un secondo l’Italia senza più speranza che ogni giorno raccontano i quotidiani e i telegiornali nazionali. Dimenticate il Paese con il tasso di disoccupazione giovanile più alto d’Europa e provate a pensare al sogno più grande che avete, a quello nascosto nel più profondo dei vostri cassetti e abbandonato a prender polvere per il timore di non poterlo realizzare. A Natale si può avere il coraggio di sognare.

«Gli studi di economia non erano la mia strada»

È stato un sogno riposto a lungo in un cassetto quello del monticellese Filippo Margiaria, fondatore, con il braidese Paolo Giangrasso, della casa di produzione cinematografica Aidìa, nata, quasi per scherzo, nel 2011, a Monticello.

Il monticellese Filippo Margiaria, fondatore, con il braidese Paolo Giangrasso, di Aidìa.
Il monticellese Filippo Margiaria, fondatore, con il braidese Paolo Giangrasso, di Aidìa.

Il destino sembrava aver allontanato il ragazzo roerino dalle sue maggiori aspirazioni: la scrittura (fu il fondatore e ideatore del giornalino studentesco del liceo classico Govone) e il cinema. Ultimati gli studi il ragazzo si iscrisse alla Facoltà di economia presso l’università Bocconi di Milano. «Ho capito quasi subito che non era la mia strada, non sono riuscito a integrarmi in un ambiente troppo lontano da quello in cui ero cresciuto, a Monticello; ho vissuto molto male questi anni e, nonostante ci sia andato vicino, non sono riuscito a laurearmi», spiega Filippo. «In seguito ho lavorato nel ramo immobiliare per alcuni anni, non senza successo, ma sempre in attesa di una svolta».

La forza per prendere in mano il proprio destino Filippo la trova, come spesso accade, nel momento più difficile della propria vita: «Nel 2010 è morto mio padre e io ho deciso che era tempo di tornare nella mia terra e iniziare un nuovo capitolo, per ereditare il mestiere che era il suo, quello dell’agricoltore». Allo stesso tempo il ragazzo si iscrive al corso Fondamenta della scuola Holden di Torino. L’esperienza si rivela dirompente e rinasce forte la passione per la narrazione. A fine 2010 Filippo torna a frequentare Paolo Giangrasso, dj e produttore discografico, amico di vecchia data che, nel frattempo, ha intrapreso una brillante carriera nel mondo del cinema, delle fiction tv (Ris, Le 5 giornate di Milano) e del teatro, lavorando con registi del calibro di Carlo Lizzani, Giovanni Soldini, Lucio Pellegrini, Franco Branciaroli, Mauro Avogadro e Claudio Longhi. Dal desiderio comune di scrivere e produrre materiale audiovisivo nasce il 6 settembre 2011 Aidìa, che in un primo momento si propone di realizzare spot e cortometraggi per promuovere le aziende del territorio.

Uno di quegli incontri che ti cambiano la vita

«Il sogno di entrambi era di realizzare un film, ma ci sembrava qualcosa di irraggiungibile », racconta Paolo. «Poi, sul set di Zoo School, un lungometraggio a basso budget, opera prima di Andrea Tomaselli, incontriamo Paolo Mitton per il più classico degli incontri che ti cambiano la vita». Mitton, ex ingegnere ed effettista speciale di fama internazionale (ha lavorato a film come Charlie e la fabbrica di cioccolato, Alien vs. Predator o Harry Potter e il prigioniero di Azkaban), sottopone a Filippo e Paolo la sceneggiatura di un lungometraggio dal titolo The repairman, scritta a quattro mani con Francesco Scarrone, in cui si racconta la vita di Scanio Libertetti, di professione riparatore, un ragazzo che, avendo una certa abilità con le macchine, per guadagnare ripara quel che può. Remissivo di carattere, subisce il mondo e soprattutto gli amici, che continuamente pensano di sapere cosa sia meglio per lui, fino all’incontro casuale con una ragazza inglese di nome Helena.

La sceneggiatura riscritta per 26 volte

«Mitton aveva steso ben 26 volte, con una cura maniacale e una passione indescrivibile, questa sceneggiatura, l’aveva sottoposta a molti produttori, senza incontrare la loro fiducia », ricorda Paolo. «Io e Filippo ci siamo guardati e abbiamo capito che era una di quelle occasioni irripetibili per realizzare ciò che avevamo, da sempre, sognato. Abbiamo detto a Mitton: “Fra tre mesi partiamo con le riprese in Guerrilla”, come si usa dire in gergo tecnico. Lui non ci credeva, soprattutto non pensava di aver trovato qualcuno di ancor più pazzo di lui». «È stata veramente una pazzia», conferma Filippo. «Ci siamo messi alla ricerca di piccoli sponsor, senza l’intervento di enti pubblici o editing per poter lavorare in piena libertà e abbiamo investito in questo progetto i nostri risparmi, rischiando di perdere tutto».

The repairman

Nei mesi successivi inizia a prendere forma il cast artistico e tecnico del film con il prezioso aiuto di Daniele Marchisio. Nel ruolo di Scanio viene scelto Daniele Savoca, in quello di Helena Hannah Croft, considerata fra le più promettenti attrici di teatro inglesi. Nonostante le ristrettezze economiche i due ragazzi roerini decidono di affidarsi a un cast di valore assoluto con la fotografia di David Rom e le musiche originali composte da Alan Brunetta e Ricky Mantoan.

«Uno dei più interessanti esordi degli ultimi anni»

Le riprese iniziano a metà ottobre 2011 per concludersi 4 settimane più tardi fra Carrù, Magliano Alpi, Trinità, Mondovì, Diano e Grinzane Cavour. «È stato sfiancante e bellissimo allo stesso tempo», ricorda Paolo. «Si è creato un ambiente familiare e questo penso abbia giovato molto alla qualità del film, un grande aiuto l’ha dato anche la nostra straordinaria cucina piemontese, molto apprezzata dagli attori e dai tecnici». A inizio 2012 vengono girate alcune piccole scene di interni e comincia il lavoro di post produzione durato un anno abbondante, in cui Mitton, savonese trapiantato a Settimo Torinese e residente a Londra, dimostra tutta la propria bravura, maturata negli anni, nella realizzazione di effetti speciali per grandi produzioni hollywoodiane. Il regista cura ogni aspetto negli studi londinesi Analog e ad agosto 2013 il film, della durata di 93 minuti, può considerarsi a tutti gli effetti finito, appena in tempo per essere presentato al Raindance, il il più importante festival del cinema indipendente del mondo, in programma a Londra dal 25 settembre al 6 ottobre.

Il resto è storia recente: il film entra tra le nomination a Londra e viene accolto al Torino film festival da un bagno di folla e dal giudizio positivo unanime della critica. Secondo mymovies.it, il portale di cinema più letto in Italia, The repairman «è senza ombra di dubbio uno dei più interessanti esordi italiani degli ultimi anni», mentre secondo il celebre critico Gabriele Niola, «Paolo Mitton con questa piccola opera dimostra che un altro cinema è possibile. The repairman è aria fresca in un genere stantio». Chiara l’attitudine internazionale del film. «La recensione più bella è arrivata dalla rivista The Hollywood Reporter, uno dei due giornali più importanti del panorama cinematografico americano, che ha definito il nostro lungometraggio “geniale”, paragonandolo alle migliori opere di Woody Allen », sottolinea incredulo Filippo, che con Paolo aspetta la telefonata più importante: «Siamo in contatto con numerose case di distribuzione nazionali che hanno mostrato di voler lanciare in tutto in Paese il film, speriamo sotto l’albero di Natale di trovare questo regalo».

Una degna conclusione per due ragazzi che, appena due anni fa, in una soffitta di Monticello, sognavano di produrre un film e invece hanno prodotto un piccolo, grande capolavoro che presto potrebbe arrivare nelle migliori sale cinematografiche italiane. Se state ancora pensando al sogno più grande che avete, a quello ancora nascosto nel più profondo dei vostri cassetti, è ora di fare come Filippo e Paolo e di realizzare il vostro piccolo capolavoro, in qualunque categoria della vita sia.

Marcello Pasquero

Come Woody Allen

Il film di Filippo Margiaria, fondatore con il braidese Paolo Giangrasso della casa di produzione cinematografica Aidìa, nata nel 2011 a Monticello, ha ottenuto la nomination tra le migliori opere prime al Raindance festival di Londra ed è stato accolto al Torino film festival da un bagno di folla e dal giudizio positivo unanime della critica. Secondo mymovies.it, il portale di cinema più letto in Italia The repairman «è senza ombra di dubbio uno dei più interessanti esordi italiani degli ultimi anni». The Hollywood Reporter, uno dei due giornali più importanti del panorama cinematografico americano, ha definito il lungometraggio «geniale», paragonandolo alle migliori opere di Woody Allen.

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