Una nuova “governance”, per una crescita unitaria del territorio

Gentile Direttore, ho partecipato all’incontro, tra sindaci e imprenditori, organizzato a Pollenzo e voglio fare una riflessione. Sono sindaco da nove anni e l’attività prevalente fuori dal mio Comune è stata quella di partecipare, insieme a tutti gli altri sindaci, a svariati comitati di difesa. Difesa dell’Atl nell’attuale forma societaria, difesa dai tagli del Governo, difesa dell’Asl, della dirigenza dell’Asl, difesa dell’ospedale, difesa dei servizi assistenziali, difesa del Tribunale, ecc… Nel tempo si è creata una forte coesione territoriale, al di là delle posizioni politiche, consapevoli della fortuna di vivere in una zona che ha forti connotazioni, imprenditori capaci, paesaggi straordinari. Credo che i sindaci debbano ora provare a giocare un’altra partita: inventare un governo del territorio, e lavorare a una crescita unitaria e più omogenea dell’economia, del paesaggio, del turismo, del sociale. Immagino un territorio che realizza politiche omogenee sui piani regolatori, sulla tutela dell’ambiente, sulla promozione territoriale, sull’attrazione degli investimenti, sull’efficientismo energetico, sulla realizzazione di progetti innovativi e sulla cultura. La struttura di governo territoriale si realizza con le intelligenze degli amministratori comunali e dei bravi tecnici che lavorano nei nostri Comuni e che certamente risponderebbero positivamente a un progetto ambizioso.

Andrea Pedussia, sindaco di Sommariva del Bosco

Una delle caratteristiche dell’Italia è la sua varietà territoriale e culturale. In molti casi è una ricchezza perché esalta il senso di appartenenza a una comunità, tiene vive tradizioni, specificità, evitando l’appiattimento dell’omologazione. Ci sono però anche dei limiti: si può cadere nell’individualismo campanilista, nello spreco di energie e di risorse, nella chiusura. Nel mio paese di origine, che si trova in Veneto, sulla riva sinistra dell’Adige, il fiume costituisce un confine naturale: ricordo ancora come quelli del paese al di là del ponte fossero percepiti dai miei paesani quasi come degli estranei: usavano perfino un dialetto con parole e cadenze diverse. Anche nella nostra zona il fiume è una specie di spartiacque tra Langhe e Roero: fino a qualche anno fa Gazzetta aveva una sezione intitolata “Di qua e di là dal Tanaro”, che era come un tentativo di “unificazione”, almeno sulla carta. Oggi molte cose sono cambiate, ci si è resi sempre più conto che mettere insieme le forze, condividere le idee e le risorse, aiutarsi a vicenda è di grande importanza. Il momento di crisi economica che stiamo attraversando dovrebbe spingerci a ulteriori passi in questa direzione: non è più il caso di limitarsi agli interessi particolari, bisogna superare ogni forma di chiusura “egoistica”, per aprirsi alla solidarietà, alla condivisione. Tutti ne possono trarre beneficio. Nel contesto difficile in cui viviamo il rischio di una deriva individualista è molto forte, ma il principio “mors tua vita mea” non conduce a nulla, l’eventuale “guerra tra poveri” porta con sé solo distruzione. La solidarietà, l’unione delle forze in cui ciascuno dà il meglio di sé a beneficio di tutti valgono a ogni livello. Anche quello amministrativo, come invita a fare il sindaco Pedussia nella sua lettera, ipotizzando una nuova governance per la crescita del territorio. Non sono un tecnico e quindi non so quali possano essere le modalità per realizzare questa idea, ma a livello di principio mi pare un’opportunità da considerare attentamente. Si tratta in fondo di far crescere una nuova mentalità, di allargare gli orizzonti: dalla crisi si può uscire veramente solo lavorando tutti assieme a un progetto comune, che non lasci nessuno indietro.

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