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Cristo non può essere diviso

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, 18-25 gennaio, un invito a riflettere, pregare e operare

Come ogni anno, l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso organizza la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. Fondata nel 1908 dal pastore anglicano passato al cattolicesimo Paul Watson, viene preparata, su incarico congiunto dei massimi organismi ecumenici mondiali (Consiglio ecumenico delle chiese protestanti e ortodosse e Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani), da un gruppo ecumenico di una nazione del pianeta.

 

Quest’anno è toccato al Canada, terra ecumenica dalla sua fondazione, innanzitutto per gli inizi piuttosto miti di trattamento coloniale dei francesi nei confronti dei nativi, inoltre per il fatto che dopo la fase francese della prima colonizzazione, il Canada (parola indigena che significa villaggio) è stato consegnato agli inglesi, che non hanno imposto il protestantesimo ma dichiarato la libertà di religione. È attualmente, dopo la massiccia immigrazione, il Paese che comporta il maggior numero di differenze razziali e religiose al mondo.

Il tema di quest’anno, tratto dal testo di san Paolo, 1 Corinzi 1,1-17, è dato dal titolo stesso del libretto, che verrà inviato a tutte le parrocchie e sarà a disposizione presso il responsabile dell’Ufficio: “Cristo non può essere diviso”. Gli estensori ci invitano a non utilizzare Cristo per giustificare ideologicamente le divisioni tra i cristiani, ma a far tesoro delle diversità degli altri, comprendendole non come mancanze di unità (da eliminare o a cui conformarsi) ma come doni che rendono più vero e vario il panorama delle possibili infinite inesauribili interpretazioni dell’unico Cristo (l’unico Assoluto), e soprattutto a far convergere l’azione delle Chiese cristiane sugli obiettivi delle Nazioni Unite, soprattutto la lotta contro la povertà, l’eliminazione della violenza di ogni tipo, la custodia del creato minacciato dal sistema consumistico inquinante e selvaggio.

Anche nella nostra Diocesi ci saranno date e appuntamenti: ad Alba (apertura nella chiesa rumena di Santa Caterina il 18 gennaio, chiusura il 25 gennaio in cattedrale, preghiera carismatica al santuario della Moretta il 24 gennaio, sempre alle 21), nel territorio di Neive e Castagnole Lanze, con la partecipazione di fratelli cristiani appartenenti ad altre confessioni (nei giorni 19 e 23 gennaio), a Monteu Roero (in serata, nei giorni 20 e 22 gennaio) e presso le Suore sacramentine di Canale, che ci accoglieranno come l’anno scorso, per un momento di ecumenismo spirituale, caratterizzato dalla contemplazione e dall’intercessione (alle 7.30 il 21 gennaio).

Fare un cammino ecumenico è sempre un’esperienza toccante e arricchente: l’ecumenismo è una valida scuola di perdono, di comprensione, e soprattutto di ascolto: ascolto non vuol dire dare ragione, ma vuol dire sforzarsi di mettersi nella mentalità dell’interlocutore, nei suoi panni, cercando di arrivare a capire, prima di giudicare.

Spesso l’unità passa proprio attraverso la constatazione che essere uniti non vuol dire essere “uguali”, e che pretendere dall’altro che sia “uguale” a me è contraddire la creazione di Dio, che ci vuole bene così come siamo, e ci perfeziona senza eliminare la nostra originalità, perché (come dice una battuta piemontese) «dopo averci fatti butta sempre via lo stampo».

Don Adriano Rosso, Ufficio ecumenismo

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