Alla Mtm-Brc sessanta dipendenti in esubero

Quattro ore di sciopero alla Mtm-Brc di Cherasco

CHERASCO «La prossima settimana la Mtm-Brc aprirà una procedura di mobilità volontaria, per una sessantina di dipendenti, che lavorano nel reparto officina ovvero in quella zona in cui si effettuano i montaggi dei kit per le macchine a gas». Barbara Tibaldi, della segreteria provinciale della Fiom Cgil, al termine della riunione che si è svolta nella mattinata di giovedì scorso, con la dirigenza e con le Rsu aziendali, annuncia questa decisione, spiegando che i titolari l’hanno motivata con la totale assenza di commesse nel reparto montaggio degli impianti a gas.

cherasco mtm-brc E poi continua: «L’azienda ha già sottoscritto da tempo un contratto di solidarietà, che riduce di circa il 20% l’orario settimanale a oltre 700 dipendenti che operano prevalentemente nei reparti di installazione di equipaggiamenti, in quello della produzione dei kit per gli impianti a gas e in quelli della realizzazione degli impianti elettronici. In questo periodo, in cui la crisi del settore auto è sempre più profonda, le aziende che fabbricano automobili le producono già con questa particolare tipologia di impianto. Nel reparto lavorano attualmente 100 operai e solamente una quindicina potrebbero essere convertiti nella nuova produzione di carpenteria meccanica che dovrebbe parzialmente sostituire il lavoro di montaggio».

Aggiunge Domenico Calabrese, coordinatore delle Rsu aziendali: «Siamo molto preoccupati per l’apertura di questa procedura di mobilità che seppure solamente su base volontaria, coinvolgerà un certo numero di colleghi. Quello che chiediamo alla direzione è una risposta certa sulle prospettive e sulle tipologie di lavorazioni che si intendono porre in atto per sostituire il montaggio dei kit».

Conclude Barbara Tibaldi: «Noi ci prenderemo tutto il tempo necessario per verificare il futuro piano aziendale e per capire quali saranno le prossime attività che la famiglia Costamagna intende proporre per sostituire quelle che sono venute meno».

La ditta, il cui organico è aumentato fino ad arrivare agli oltre 900 dipendenti (in quattro stabilimenti), su un’area coperta complessiva di 40.000 metri quadrati – anche grazie al marchio Brc – ha assunto sempre maggior rilievo sui mercati italiano ed estero.

Dalla direzione del gruppo Mtm-Brc, replicano: «Di fronte a una prospettiva di rapido esaurimento delle richieste di conversione da parte delle case automobilistiche l’Mtm ha rappresentato l’esigenza di reazione, confezionando una serie di iniziative volte a limitare l’impatto negativo per i dipendenti e il territorio. Una delle proposte avanzate è stata quella di attivare una procedura di mobilità secondo l’esclusivo principio della volontarietà, quindi senza individuazione degli esuberi attraverso i criteri di legge, nell’intento di raccogliere attorno all’iniziativa il consenso delle categorie di lavoratori meno penalizzati tra cui, evidentemente, coloro che maturerebbero il requisito della pensione con l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale».

Valter Manzone

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