Ultime notizie

Massimo Cirri racconta il dramma della disoccupazione

Massimo Cirri.

Il tempo senza lavoro, edito da Feltrinelli, è molto più di un libro: è una sorta di manuale di sopravvivenza. Scritto da Massimo Cirri, autore e voce di Caterpillar, trasmissione di Rai Radio 2, e dai lavoratori dell’Agile, ex Eutelia di Milano, il volume raccoglie la storia dei dipendenti dell’azienda di telefonia in cassa integrazione dal 2009, le loro voci in prima persona, le angosce e le lotte personali contro un tempo prima occupato dal lavoro. Cirri presenterà il libro in presenza dei lavoratori sabato 8 febbraio in sala Beppe Fenoglio, ad Alba, alle 17.30, in un incontro organizzato dalla Torre di Alba.

Massimo Cirri.
Massimo Cirri.

È attraverso la scrittura di un libro, seguito dalla Scuola Holden, e grazie agli incontri ai quali partecipano Massimo Cirri e Corrado Mandreoli della Camera del lavoro di Milano, che i lavoratori riescono a condividere la propria rabbia e il proprio stato d’animo, riuscendo così a non lasciarsi andare.

Un libro che mostra quali effetti possa produrre nella vita delle persone il dramma della perdita del lavoro.

Massimo Cirri, qual è stato il suo approccio a questo progetto?

«Dopo aver lavorato per 25 anni nei servizi pubblici di salute mentale ora collaboro con la Cgil occupandomi di sofferenza mentale dei lavoratori, quindi si è trattato di un avvicinamento istituzionale. Non è stato istituzionale il fatto che per la prima volta la questione della sofferenza della perdita di lavoro – in questo caso aggravata dal fatto che la colpa sia stata dei manager – sia stata affrontata in modo collettivo, come gruppo di auto-aiuto che poi è diventato un gruppo di scrittura. Non siamo abituati a parlare in pubblico delle nostre sofferenze: questa esperienza ha stupito tutti».

Che cosa ha trovato di comune fra questi lavoratori?

«Tutti si interrogano di che cosa resta di una persona dopo che ha perso il lavoro, il salario, la sicurezza economica. Il lavoro è identità a tal punto che chi lo perde può arrivare a uccidersi, come purtroppo abbiamo visto succedere più di una volta».

Qual è la sua considerazione conclusiva? Come sta il mondo del lavoro in Italia?

«La mia considerazione non può che essere molto amara. Sembra di essere davanti a una crisi senza fine e si fatica a intravedere una soluzione. Però questo esperimento collettivo ha dimostrato che se ci mettiamo meno solitudine e si affrontano le difficoltà in una dimensione plurale, comunitaria, la vita può diventare più sopportabile e regalare nuovi stimoli».

Maurizio Bongioanni

Banner Gazzetta d'Alba