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Il beato Giaccardo, già direttore di Gazzetta, è tornato in Piemonte

don rizzolo antonio_q Questa settimana, in via eccezionale, non commento una lettera arrivata in redazione, ma prendo spunto dal ritorno in Piemonte del beato Timoteo Giaccardo, primo sacerdote della Società San Paolo. Sabato scorso è arrivato nel suo paese natale, Narzole, dove rimarrà fino al 3 maggio. Dopo aver fatto tappa a Bra, nel santuario della Madonna dei fiori, e a Sanfrè, presso le Pie Discepole del Divin Maestro, il suo corpo sarà definitivamente collocato nel tempio di San Paolo di Alba, nella cappella del Sacro Cuore.

Sono legato a don Giaccardo per due motivi. Il giorno della sua beatificazione, il 22 ottobre 1989, ero in San Pietro come diacono nella solenne celebrazione eucaristica presieduta da Giovanni Paolo II. Ho proclamato il Vangelo e addirittura cantato, in diretta televisiva, le parti proprie del diacono. Sono certo che il “signor Maestro”, come veniva chiamato da don Giacomo Alberione, mi ha accompagnato con la sua intercessione nel proseguimento della vita paolina.

Il secondo motivo che mi lega a don Giaccardo è il mio essere diventato direttore di Gazzetta d’Alba. In questo gli sono succeduto, avendo egli curato il giornale tra il 1920 e il 1926. Don Alberione, in una sua predica, disse a questo proposito: il maestro Giaccardo «corrispose largamente alla provvidenza circa l’apostolato: sarebbe molto edificante leggere gli articoli che egli compose per la Gazzetta d’Alba, di cui fu per qualche tempo direttore, le sue osservazioni acutissime in quel tempo in cui le cose non erano ancora chiarite su alcuni punti; egli seppe tenere la via giusta. Senza depressioni e senza eccessivi entusiasmi, equilibrato».

Ci sono altre parole straordinarie che il fondatore della Famiglia paolina ha lasciato su questo suo primo e fedelissimo discepolo. A proposito del suo amore per l’apostolato ha scritto: «Egli lo sentiva, lo amava, lo sviluppava senza quasi farsi notare, poiché era un suscitatore di energie, un sostegno per i deboli, luce e sale nel senso evangelico. Nelle Famiglie paoline era come il cuore e l’anima. […] Si può dire che fu sempre il Vicario, di fatto. E certamente io mi fidavo più di lui che di me». Quest’anno celebriamo il centenario di fondazione della Famiglia paolina: l’esempio del beato Giaccardo, la sua dedizione all’apostolato e la sua preghiera ardente ci siano sempre davanti. E la sua intercessione ci sostenga.

Antonio Rizzolo

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