Istruzione, la ricetta dell’ex ministro Carrozza per rilanciare la scuola italiana

DOGLIANI “Investire in formazione” è il titolo dell’incontro che si è svolto venerdì 2 maggio durante il Festival della tv e dei nuovi media a Dogliani. Come sono cambiate le scuole ai tempi di Internet, come i nuovi media influenzano l’apprendimento, quali investimenti sono necessari per favorire l’istruzione dei giovani sono alcuni degli argomenti su cui si sono confrontati l’imprenditore Carlo De Benedetti, i giornalisti Riccardo Luna e Sarah Varetto, e Maria Chiara Carrozza, ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel Governo Letta. Gazzetta d’Alba le ha posto alcune domande.

Perché molti studenti italiani preferiscono studiare all’estero?
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I ragazzi italiani non hanno fiducia nelle nostre università, credono di più nelle possibilità di formazione offerte  dall’Europa che in quelle italiane. Occorre da parte dell’amministrazione pubblica maggiore coraggio per investire, creare condizioni per lo sviluppo di start up, “ingaggiare” docenti dall’estero  e  implementare la ricerca. Inoltre va favorito il ricambio generazionale. Tutto ciò avendo come modello di riferimento la scuola anglosassone».

I costi per accedere all’istruzione in Italia non sono troppo alti?
«Il diritto allo studio rischia di venire meno. Bisogna riuscire a riattivare i livelli minimi di istruzione: sono troppi i ragazzi e le rispettive famiglie che non possiedono le risorse per accedere alla formazione. È necessario tornare ad accendere i riflettori sulle borse di studio. Prima di tutto, però, va creata una sensibilità generale sull’argomento».

Nell’immediato da dove si parte per rilanciare l’istruzione nazionale?
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Bisogna investire maggiormente nella formazione professionale, prevedendo, come accade in Germania, un vero e proprio periodo di alternanza tra scuola e lavoro».

Manuela Anfosso

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