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La perfezione dei filari diventa un bene da tutelare

Bel tempo fino a mercoledì, poi passaggio perturbato fra mercoledì e giovedì

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UNESCO Langhe, Roero e Monferrato ce l’hanno fatta. Dopo dieci di anni di lavoro – avviato durante il mandato da sindaco di Alba di Giuseppe Rossetto e sotto la presidenza per la Provincia di Cuneo di Raffaele Costa – i paesaggi vitivinicoli del Sud Piemonte hanno vinto la loro coppa del mondo, riuscendo ad accedere all’olimpo dei beni riconosciuti come patrimonio dell’umanità. Per dirla con le parole dell’europarlamentare albese Alberto Cirio, le nostre colline possono «dare del tu a mostri sacri quali le piramidi egizie o le cascate del Niagara».

Il verdetto, pronunciato domenica 22 giugno a Doha, in Qatar, è stato festeggiato non solo in terra sabauda ma in tutta Italia, perché consente al Bel Paese di fregiarsi del cinquantesimo sito Unesco e di consolidare il primato nella classifica delle nazioni con il maggior numero di aree tutelate dall’Unesco. Anche Gazzetta d’Alba, attenta al progetto fin dagli albori, ha celebrato l’avvenimento con una diretta foto-testuale di cinque giorni sul sito Internet, pubblicando foto dei paesaggi vitivinicoli su Facebook e realizzando per il numero cartaceo di questa settimana uno speciale di nove pagine e una sovracopertina da conservare a ricordo di quello che per molti è un traguardo storico. Un traguardo anche per i risvolti che potrebbe determinare in campo economico. Come ipotizzato dal nostro giornale nelle scorse settimane, il riconoscimento potrebbe spingere in su il turismo del trenta per cento, facendo crescere gli arrivi dai 667 mila del 2011 a oltre 850 mila, generando un indotto di 280 milioni di euro. Numeri da capogiro che potrebbero sgonfiarsi, però, se il territorio non saprà conservare le proprie peculiarità culturali e paesaggistiche.

Enrico Fonte

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Marco Valle: vi spiego la World heritage list

IL COLLOQUIO Marco Valle, 40 anni, padre di quattro figli, lavora a SiTI, l’istituto di ricerca fondato da Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino che ha seguito la stesura dei documenti tecnici utili alla presentazione ufficiale del sito I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato. Ingegnere ambientale, coordina diversi progetti nazionali e internazionali relativi alla valorizzazione dei beni culturali e naturali. In particolare, Valle ha sviluppato una competenza sui siti Unesco, avendo operato in diverse realtà nazionali.

Che cosa comporta il riconoscimento Unesco, Valle?
«L’Unesco richiede che lo Stato membro sia in grado di garantire la conservazione del valore universale nel tempo del sito riconosciuto. E l’Italia, spesso bistrattata a livello internazionale, ha una normativa di tutela invidiabile a partire dal livello nazionale».

 Quali interventi necessitano per restare nella World heritage list?
«Interventi di rete su diversi livelli. Sul piano della conoscenza, che va integrata e organizzata, sul piano della valorizzazione culturale ed economica, sul piano della comunicazione. Siamo un sito, il cinquantesimo in Italia, fatto da diverse componenti ma un sito unico. L’unitarietà di intenti, che è stata una delle chiavi del successo, va ancora perseguita e la presenza dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato è di primaria importanza».

Chi decide il futuro piano di gestione dell’area?
«Il piano di gestione non è uno strumento con valenza normativa come il Piano regolatore, ma rappresenta una raccolta sistematizzata degli sforzi esistenti e in previsione per il mantenimento del paesaggio culturale di Langhe-Roero e Monferrato. Il pilotaggio del piano è una delle funzioni chiave dell’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli. Non solo, il piano opera anche sulla zona tampone (buffer zone) estendendo le progettualità e le best practices a un territorio più ampio».

Si è molto parlato delle ricadute economiche legate al turismo. Condivide gli ottimismi?
«Le ricadute turistiche sono possibili, ma non automatiche. Da studi che abbiamo condotto risulta evidente che territori già dotati di un sistema turistico efficiente hanno tratto grandi benefici dal diventare sito Unesco, mentre tale opportunità non è stata colta da territori inizialmente deboli e poco organizzati. Rimango quindi ottimista in riferimento alla capacità del nostro territorio di comunicare il proprio valore. Il turismo è peraltro una risorsa che va gestita in modo che non intacchi il valore universale del sito».

Maria Grazia Olivero

Roberto Cerrato: il contadino ha forgiato le nostre colline

comitato-unesco-qatar-giugno2014 (3)L’INTERVISTA Il direttore dell’Associazione per la tutela del paesaggio vitivinicolo Roberto Cerrato è direttore dell’associazione che ha promosso la candidatura, oltre che consigliere comunale ad Alba.

Cerrato, perché le colline di Langhe-Roero e Monferrato meritano di essere tutelate come patrimonio Unesco?
«Per la loro autenticità e unicità e per i tesori che custodiscono. Si tratta di tesori culturali, legati alla storia e alla tradizione della gente, dei borghi e delle città che caratterizzano questi territori. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono il frutto di una trasformazione positiva operata dall’uomo con il suo lavoro nei campi».

Chi gestirà il sito?
«A occuparsi del sito sarà, nel rispetto del Piano di gestione, l’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli, costituita nel gennaio 2011 per rafforzare il progetto da Regione e Province di Cuneo, Asti e Alessandria, insieme agli oltre cento tra Comuni e associazioni culturali».

 Quali interventi verranno messi in campo per conservare il titolo?
«I programmi per la conservazione del sito verranno definiti in accordo con la Regione, il Ministero dei beni e attività culturali e turismo e il Ministero delle politiche agricole e forestali sulla base delle indicazioni che giungeranno dall’Icomos (Istituto tecnico che valuta le proposte di candidatura Unesco).

Come potranno i residenti contribuire alla salvaguardia del sito?
«Gli abitanti di Langhe, Roero e Monferrato dovranno, come hanno fatto fino a oggi, continuare ad alimentare quella cultura legata al paesaggio del vino che si tramanda da generazioni».

 Il riconoscimento è una vera opportunità di rilancio oppure, come sussurra qualcuno, uno strumento per accaparrarsi poltrone politiche?
«Le persone e gli enti coinvolti nella candidatura piemontese hanno operato guardando unicamente alle conseguenze positive di cui il territorio avrebbe potuto beneficiare con l’ottenimento del riconoscimento, senza mai pensare alla poltrona. Chi è già riuscito a entrare in questa élite mondiale può confermare quanti siano i benefici in campo culturale, turistico ed economico che la tutela Unesco può portare».

e.f.

Onde di bellezza  e geometrie coltive  in paesi e paesaggi

Le colline di Langhe e Roero, riconosciute patrimonio dell’umanità, scelgono di collaborare in vista di traguardi ancora migliori. Sabato 28 giugno, presso il castello di Grinzane Cavour, una delle sei componenti del sito da domenica tutelato dall’Unesco, avrà luogo la prima edizione dell’Omaggio Langhe-Roero e Monferrato: onde di bellezza e geometrie coltive nei paesaggi e nei paesi del vino.

A partire dalle 10, dopo i saluti, sarà possibile assistere alla proiezione del video realizzato da Bruno Murialdo e Max Chicco sulla trasformazione del paesaggio di Langa negli ultimi vent’anni. Seguirà la lezione di Giovanni Tesio dal titolo Il paesaggio di Langa in Pavese e Fenoglio. Sono inoltre previsti gli interventi di Roberto Cerrato, direttore dell’Associazione dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, del produttore Angelo Gaja, dell’architetto del paesaggio Paolo Pejrone, del “giardiniere” delle autostrade francesi Henri Coumoul.

Seguirà la cerimonia di consegna dell’Omaggio. Due importanti enoteche, Canale e Grinzane Cavour, conferiranno l’importante riconoscimento dedicato al vino, al territorio e a chi ha saputo costruire l’estetica perfetta dei vigneti oggi additata al mondo intero. La giornata prevede altresì il premio Pà’ d testa, dedicato ai viticoltori di Langa, Roero e Monferrato, consegnato nelle mani di alcuni patriarchi del vino.

«L’Omaggio Langhe-Roero e Monferrato: onde di bellezza e geometrie coltive nei paesaggi e nei paesi del vino», dice Luciano Bertello, presidente dell’Enoteca regionale di Canale, «vuole porre l’attenzione sull’estetica e l’etica delle colline. Vuole cioè valorizzare l’intelligenza che deve improntare il rapporto tra uomo e paesaggio, anche dove l’intervento dipende da interessi o esigenze di lavoro. Per questo l’Omaggio andrà ogni anno oltre le colline, a incontrare altri paesaggi viticoli di eccellenza, con i quali creare scambi di esperienze e strette di mano».

Spiega Tomaso Zanoletti, presidente dell’Enoteca regionale di Grinzane Cavour: «Langa e Roero negli ultimi anni hanno vissuto una rinascita a livello enogastronomico e culturale. Si tratta di territori antichi, che affondano le loro radici nella notte dei tempi. Territori d’avanguardia anche, che scelgono di mobilitarsi per chi li sa amare».

Le due enoteche regionali coopereranno per offrire un rinnovato prestigio alle tematiche promozionali legate alla valorizzazione del paesaggio viticolo, ritenendo di fondamentale importanza l’azione volta a sensibilizzare, accompagnare, irrobustire di contenuti il riconoscimento del paesaggio a patrimonio dell’umanità Unesco.

 Francesca Gerbi
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