Lupi alla Fiera raccoglie lo scontento albese

INAUGURAZIONE Sono le 18 passate quando Maurizio Lupi raggiunge il teatro Giorgio Busca per inaugurare la Fiera del tartufo. Un ritardo di oltre mezz’ora (si è già visto di peggio) giustificato dalla tappa che il titolare del ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha fatto a Monteu Roero per il progetto 6.000 campanili. L’esordio sotto le torri non è incoraggiante: il video pubblicato da Gazzetta su Facebook per documentare l’arrivo di Lupi scatena il popolo del web. «A mangiare tartufo, ci sono sempre tutti», è il commento più gettonato. Parte l’inaugurazione – nei panni di presentatore il presidente dell’Ente fiera Antonio Degiacomi e l’assessore comunale Fabio Tripaldi – con il videomessaggio del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, il quale esalta la Resistenza albese e confessa la sua passione per Monforte.
Quindi si entra nel vivo dell’edizione numero 84, la prima da quando il territorio è riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Da qui la presenza in sala dei rappresentanti degli altri paesaggi vitivinicoli europei e la proiezione di uno spezzone del film, ambientato tra le colline, E fu sera e fu mattina di Emanuele Caruso. C’è spazio anche per la storia della Fiera, con il ricordo del tartufo inviato da Giacomo Morra a Marilyn Monroe, passando per la tragica alluvione del 1994 (commemorata con la prima pagina di Gazzetta d’Alba), fino alle edizioni recenti e ai problemi del tartufo italiano, costretto a fare i conti con una legge obsoleta «al cui ammodernamento intende lavorare il Governo, con l’obiettivo non solo di migliorare gli aspetti fiscali che penalizzano i nostri commercianti ma anche di garantire la massima trasparenza e tracciabilità», ha detto il viceministro alle politiche agricole Andrea Olivero.
L’apice della presentazione, prima del taglio del nastro nel cortile della Maddalena, il dibattito politico moderato da Michele Brambilla, con il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino e il sindaco di Alba Maurizio Marello che, seppure in tono pacato, non le manda a dire al ministro Lupi, raccogliendo un lungo applauso e suscitando una certa irritazione nel titolare del dicastero ai trasporti. Secondo Marello «l’unico che può risolvere la questione dell’autostrada Asti-Cuneo è il Ministero dei trasporti, facendo rispettare il contratto alla concessionaria. Il Comune continuerà a rimboccarsi le maniche, come nella Resistenza e dopo l’alluvione, ma fa fatica perché non c’è corrispondenza tra quanto ha dato e quanto ha invece ricevuto dallo Stato. Speriamo in un cambio di rotta, perché non vorrei che la città perdesse la sacra fiducia nelle istituzioni che ha sempre avuto».

Un’intervista esclusiva al Ministro e altri approfondimenti, sul numero di Gazzetta in edicola da martedì 14 ottobre
Enrico Fonte

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