AMBIENTE. «Chissà cosa si nasconde sotto quel telo bianco?». La domanda arriva da molti braidesi che, da alcune settimane “convivono” con una serie di totem, sparsi per la città, ma rigorosamente occultati da una spessa copertura in plastica bianca, che non permette di capire cosa ci sia sotto. La forma – un parallelepipedo, alto poco più di un metro e mezzo e di spessore abbastanza ridotto – potrebbe far pensare a un distributore di bevande calde, tipici dei bar automatici che ormai stanno sorgendo un po’ ovunque.
Oppure, come sosteneva un pensionato, mentre ne parlava con un amico al bar, «potrebbe essere un nuovo box per qualche altra tipologia di controllo della velocità. Così aumenteranno anche le multe». Tranquilli, niente di tutto ciò. E, benchè il competente assessore all’ambiente, Sara Cravero, sia restia a scendere troppo nei particolari, svela comunque il “mistero”: «La vera natura e funzionalità di questi totem sarà spiegata a fine mese. Posso anticipare che si tratta di “minipunti ecologici urbani” nei quali sarà possibile effettuare il conferimento di diversi tipi di rifiuti. L’iniziativa verrà presentata alla cittadinanza a fine mese, nel corso di un’apposita conferenza stampa».
Questo tipo di struttura consente di raccogliere diversi tipi di rifiuto solido, come pile, telefonini, medicinali scaduti, tappi di sughero, cartucce per stampanti, ecc.
Ma prima che la loro natura sia svelata, stanno anche già creando qualche malumore. Come quello espresso dalla giovane titolare del negozio di arredo-casa Borri, di via Marconi, che dice: «L’Amministrazione ci ha già privati dei parcheggi lungo questo tratto di via, sostituendoli con panchine, che sono certamente utili, ma che tolgono visuale alle mie vetrine. E adesso mi hanno piazzato anche questo totem che contribuisce ulteriormente a creare disagi al passaggio dei clienti. Spero possa essere valutato un suo spostamento, in una posizione meno critica per noi».
Valter Manzone
