TORINO Dal 7 al 9 novembre l’”Oval” di Torino, per il quinto anno consecutivo, ha ospitato Artissima, internazionale d’arte contemporanea dedicata alle arti visive e importante evento culturale, dove hanno trovato spazio le opere di artisti emergenti e affermati del panorama mondiale. A Palazzo Cavour, nell’ambito di Artissima, è stata allestita “Shit and Die”, mostra realizzata da 50 artisti che sarà visitabile fino all’11 gennaio. Il curatore è Maurizio Cattelan, affiancato dalle giovani Myriam Ben Salah e Marta Papini. Tra le opere esposte, spicca quella del torinese Aldo Mondino (1938–2005), dedicata a un prodotto alimentare di eccellenza delle Langhe: il torrone.
L’artista torinese, che ha passato alcuni anni della sua vita anche a Parigi e che ha esposto le sue opere in tutto il mondo, nel 1968 ha focalizzato la sua attenzione sul torrone Sebaste, realizzando la “Torre di torrone” con una serie di confezioni del dolce con il celebre marchio di Gallo d’Alba, usate come fossero mattoni. A parlare della curiosa idea è Egle Sebaste (foto), titolare dell’azienda gallese: «Sapevamo dell’esistenza di quest’opera, ma non avevamo mai avuto occasione di vederla esposta. È stato emozionante scoprire come un pezzo della nostra storia famigliare e imprenditoriale sia potuto diventare un’opera d’arte suggestiva e ironica. Realizziamo il nostro torrone a regola d’arte fin dal 1885, ma mai avremmo pensato di ritrovarci in mostra ad Artissima». E su come l’eclettico artista sia arrivato a procurarsi le confezioni resta un affascinante mistero: «Forse le ha prese – conclude Egle Sebaste – girando tra piazze e fiere o direttamente da mio nonno. Ma una cosa ci accomuna ad Aldo Mondino: l’utilizzo dei blocchi finti come espediente che si utilizzava contro i tanti furti che i nostri banchi subivano durante le fiere passate. Un escamotage che usiamo ancora oggi e che è diventato un’opera d’arte, grazie al genio del grande artista torinese».
Livio Oggero
