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Alba dà l’addio a Ester Giordanino

ALBA. Domenica 11 gennaio è venuta a mancare Ester Giordanino. Eccone il ricordo, attraverso le commosse parole di Carlo Mariano Sartoris.

Aveva 89 anni, una tempra indomabile, un’esperienza di vita che ogni tanto la portava a commentare le cose del mondo con brevi aneddoti, condensati con una capacità che solo pochi hanno. Cavaliere del lavoro per mano del presidente Saragat, molto nota in città e custode di tante storie di Alba, non ostentava confidenze e conoscenze di personaggi importanti, che hanno incrociato la sua esistenza.

Il giorno del mio onomastico, il 4 novembre dell’anno 2000, ero in una brutta situazione, derubato dalle cattiverie del mondo; ero allo sbando. Ester non ci pensò molto, mi accolse in casa salvandomi la vita e adottandomi con l’amore che si dedica a un figlio. Da quel momento abbiamo condiviso anni in cui ha aiutato la mia rinascita morale con dedizione e ricambiato affetto, accomunando due vite così diverse tra loro, storie narrate a tavola, amici, futili interessi e familiare quotidianità sempre espressa con una dolce maniera d’amore materno.

Avevo incrociato Ester pochi mesi prima, e forse non è stato frutto del caso. Ne è nata subito una spontanea amicizia, ma nessuno immaginava che avremmo condiviso quasi 15 anni delle nostre vite.

La sua si è spenta e io mi sento molto più vuoto, più solo, con il cuore stretto dalla tristezza e l’animo colmo di gratitudine. Quando la morte chiama, la vita dispone, in questo momento così confuso, mi viene da pensare che Ester ha saputo organizzare bene questo suo momento. Pur essendo attaccata alla vita, contava il suo tempo, si organizzava il futuro e non temeva “sorella morte”.

Negli ultimi tempi ne parlava sorridendo, si diceva fortunata d’essere a casa, far le sue cose, sebbene in modo più piccolo, di dialogare con le sue cocorite, di immaginare il prossimo orto. La casa era il suo mondo, male avrebbe accettato di doverla lasciare a causa dell’età o di chissà cos’altro. Anche di questo mi parlava, e pur con dolore ringrazio il buon Dio per averla chiamata a sé mentre era tra le sue cose, in quelle mura, e forse, senza troppa sofferenza.

Alba perde una persona rara, io molto di più. Voglio ricordarla con una frase che mi disse un giorno che non andai perché ebbi un contrattempo: mi dispiace non vederti Carletto, ma così non soffro nel vederti quando poi vai via. Poche volte qualcuno ha saputo condensare i suoi sentimenti in modo così breve e profondo.

Addio cara Ester, la tua fede certamente già ti ha disegnato la strada e, da dove sei, veglierai sui tuoi cari. So che hai perdonato i miei peccati di presunzione, e mentre ci penso mi chiedo per chi adesso preparerai la tua ricetta segreta: il riso con le mele e i porri. Grazie di tutto, anche a nome di tante altre persone che ti volevano molto bene. Manchi molto.

Carlo Mariano Sartoris

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