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35 mila posti di lavoro che nessuno vuole

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Immagine d'archivio

GZ18_P10_lavoro giovaniGIOVANI. Un’arma nuova, marchingegno formativo per combattere il sempre più agguerrito fantasma della dispersione scolastica e della carenza occupazionale. Secondo il Centro nazionale Opere salesiane-Formazione (Cnos-Fap), il diploma professionale di “tecnico”, se spalmato su quattro anni, potrebbe rappresentare un perfetto modello didattico.

Dal tecnico per l’acconciatura al tecnico dei servizi sala bar, dal tecnico commerciale delle vendite al tecnico riparatore di veicoli a motore, e molti altri. «Con 22 agenzie formative e un migliaio di giovani coinvolti nella sperimentazione dei quattro anni di diploma professionale avviata nel 2011-12, la formazione professionale in Piemonte presenta una buona capacità di contenere il tasso di dispersione scolastica, pari a un massimo del 13,52 per cento rispetto al valore più che doppio degli istituti professionali», spiegano al Centro. I dati sono stati presentati a Torino nei mesi scorsi e diventano oggi di immediata attualità: la programmazione per l’anno scolastico 2015-2016 infatti si avvicina, il futuro pedagogico e occupazionale di migliaia di giovani dipenderà dalle scelte del presente.
In particolare, dalle statistiche emerge come la media dei voti degli iscritti ai corsi (74 su 100) sia discreta, mentre l’apprezzamento rispetto al percorso di allievi, formatori, famiglie e imprese è sempre superiore a 3,21 in una scala da 0 a 4. A 15 e 18 mesi dal conseguimento del diploma quadriennale (dati per ora esistenti per i soli primi due anni di sperimentazione), gli occupati si collocano tra il 51,6 per cento e il 54,2 per cento di quanti hanno risposto alla rilevazione, mentre gli inoccupati (che comprendono anche i disoccupati che avevano trovato un lavoro, poi perso) sono tra il 43,8 per cento del primo anno di sperimentazione e il 28,6 del secondo anno, con una tendenza positiva.

«Come per tutta la formazione professionale», prosegue il Cnos-Fap, «il numero dei corsi di diploma attivati è condizionato ai finanziamenti erogati, mentre la domanda potenziale è molto superiore: da un’indagine degli enti di formazione professionale effettuata a novembre 2014, gli allievi che attualmente frequentano il terzo anno dei corsi triennali e il secondo dei biennali di qualifica (176 corsi indagati) risulta che, su un totale di 2.962 allievi, gli interessati a un eventuale quarto anno sono 1.589 (54 per cento). Tra questi ultimi, in assenza del quarto anno, solo 673 (43 per cento) continuerebbero nel sistema dell’istruzione, mentre il restante 57 per cento cercherebbe lavoro».

Anche il mercato del lavoro conferma questa prospettiva. Secondo una recente indagine dei consulenti del lavoro, risultano in Piemonte 35 mila posti disponibili che nessuno cerca e nessuno vuole (è un dato parziale, perché altre indagini indicano in 120.000 i posti di lavoro che non trovano candidati). Ad esempio 5.000 commessi, 2.400 camerieri, 1.900 parrucchieri ed estetiste, 1.400 informatici e telematici, 1.270 contabili, 1.350 elettricisti, 1.250 meccanici auto, ben 10.000 infermieri, 6.000 pizzaioli. Un intero bacino di possibilità non sfruttate, in attesa di riconoscimento.

Matteo Viberti

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