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Diego Rosa: «Al Giro per aiutare Aru, poi il Mondiale marathon con la Nazionale»

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Diego Rosa scatta in salita (foto gentilmente concessa dal team Astana).

CICLISMO «È forte Diego Rosa, mi piace molto. Questo prima o poi un Giro lo vince, ne sono sicuro». E c’è da crederci, se a dirlo è Vincenzo Nibali, il campione italiano in carica che in bacheca ha un Tour, un Giro e una Vuelta. L’investitura – lanciata dalle pagine della Gazzetta dello sport – testimonia la costante crescita dello scalatore di Corneliano d’Alba: dopo una brillante carriera in mountain bike e un anno tra i dilettanti su strada, la rapida affermazione nel professionismo, culminata con la convocazione in Nazionale e l’ingaggio nella corazzata kazaka Astana. Il nostro giornale ha incontrato Rosa in vista della sua terza partecipazione consecutiva al Giro d’Italia, che partirà sabato 9 maggio da San Lorenzo al Mare per concludersi il 31 a Milano.

Diego, sei pronto per il Giro?
«Ho raggiunto il peso forma (64,5 kg) e nelle gambe ho circa 15 mila chilometri. Rispetto alle ultime due stagioni ho fatto una preparazione mirata per il Giro, gareggiando meno e facendo più ritiri con la squadra, molti dei quali in altura. Ho partecipato al Giro di Catalogna e a quello del Trentino, corse a tappe brevi ma impegnative, alla Strade bianche e all’Amstel Gold Race per fare esperienza. Arrivo al Giro all’80-90 per cento della condizione, che nelle tre settimane di gara dovrebbe crescere».

Che Giro sarà?
«Si partirà con una cronometro a squadre molto veloce, seguita da altre tre tappe liguri “nervose”. Il primo test per chi punta alla classifica, comunque non troppo difficile, sarà la quinta tappa con l’arrivo all’Abetone. La seconda settimana, che strizza l’occhio a velocisti e attaccanti, si concluderà con la cronometro individuale di 59 chilometri da Treviso a Valdobbiadene, nella quale qualche big potrebbe avvantaggiarsi. Decisiva sarà la terza settimana: prima la tappa di Madonna di Campiglio, poi la frazione dedicata a Marco Pantani con la scalata di Mortirolo e Aprica e, per finire, gli arrivi in quota a Cervinia e al Sestriere».

Chi conquisterà la maglia rosa?
«I favoriti sono quattro: Contador, Porte, Uran e il mio capitano Aru, che si è ristabilito dall’influenza che lo aveva costretto a rinunciare al Giro del Trentino. L’outsider potrebbe essere Pozzovivo».

E Diego Rosa?
«Sarò a completa disposizione di Aru, che supporterò nei momenti chiave della corsa. Se vincerà il Giro, sarà come lo avessimo vinto tutti noi dell’Astana. Ovviamente, se la tattica della squadra prevedrà qualche mio attacco non mi tirerò indietro. Insomma, correrò per capire come si lavora in una grande squadra: non ci si può inventare campioni senza aver fatto la gavetta».

Ci pare di capire che tu stia lavorando per arrivare un giorno a vincere il Giro.
«Adesso è presto per fare questi ragionamenti. Comunque non posso negare che mi piacerebbe diventare capitano. Non è semplice, ma penso che tra qualche tempo potrei riuscire a raggiungere il livello dei più forti».

Come proseguirà la stagione?
«A fine giugno disputerò con la Nazionale il mondiale marathon, la disciplina della mountain bike più simile – per quanto riguarda le distanze – al ciclismo su strada. È un’idea del ct Davide Cassani, che mi è piaciuta perché avrò la possibilità di vestire la maglia azzurra e tornare a gareggiare con le ruote grasse, la mia passione».
Enrico Fonte

Seguiremo il Giro d’Italia di Diego Rosa pubblicando sul nostro sito Internet e sugli altri spazi web del giornale un aggiornamento al termine di ogni tappa.

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