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Gestione dell’acqua. Intervista al sindaco Maurizio Marello

Gli auguri di Natale del sindaco Marello a tutti gli albesi 1

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«Sostengo una gestione efficiente, che non deve essere
per forza pubblica al cento per cento. Il modello albese, misto, dimostra che non c’è una soluzione unica al tema dell’acqua»

IL COLLOQUIO. Gazzetta ha parlato con il sindaco Maurizio Marello per comprendere le intenzioni dell’Amministrazione circa la riorganizzazione del sistema idrico integrato.
Sindaco, si dice che lei propenda per la privatizzazione dell’acqua. Conferma?
«Io e il mio gruppo siamo per l’acqua pubblica e una gestione efficiente, che non deve essere per forza pubblica al cento per cento. Il modello albese – caratterizzato da una gestione mista con Sisi, società interamente pubblica, che gestisce scarichi, fognature e depurazione, e Tecnoedil, privata, che si occupa dell’acqua potabile – dimostra che non c’è una sola soluzione». Cos’ha in più la gestione albese?
«A fronte di investimenti maggiori – tra il 2007 e il 2013 Sisi e Tecnoedil hanno messo in campo rispettivamente 18,8 e 27,6 milioni di euro per un totale di 46,4 milioni contro i 34,7 spesi da Acda per le valli di Cuneo – il costo dell’acqua è inferiore: 1,10 euro a metro cubo ad Alba contro 1,15 euro di Cuneo. Il modello misto albese è quindi efficiente quanto quello interamente pubblico del cuneese».
La bolletta è comunque più cara e probabilmente continuerà a esserlo (si parla di un aumento ad Alba, nei prossimi anni, tra il 6 e l’8 per cento).
«La legge chiede di definire una tariffa unica per l’intero ambito territoriale e dunque è normale che la nostra tariffa, più bassa rispetto alle altre, venga ritoccata verso l’alto».
A che punto è la riforma?
«L’ultimo referendum ha ribadito che l’acqua è un bene di proprietà pubblica, aspetto che nessuno mette in discussione. Il dibattito si concentra sulla gestione, visto che la legge chiede a ogni Autorità d’ambito di uniformarla, individuando, oltre alla tariffa unica, un solo gestore. Una norma non semplice da rispettare nella Granda dove sono presenti oltre trenta tipi di gestione (a fianco dei dodici grandi gestori ci sono infatti alcuni Comuni che fanno funzionare il ciclo idrico in maniera diretta). Credo sia necessario richiedere una proroga al 2021 o anche oltre, dopo cioè la scadenza delle attuali concessioni».
Quali sono le possibili soluzioni?
«Ci sono tre possibilità: indire una gara, costituire una società mista a maggioranza pubblica che affidi il servizio con gara a un privato oppure gestire il servizio in house, “in casa”, senza appalto, con una società totalmente pubblica ancora da costituire. È evidente che con una eventuale gestione totalmente pubblica bisognerà in qualche modo compensare le competenze e le risorse assicurate dagli attuali gestori, che peraltro con una gestione interamente pubblica andrebbero indennizzati degli investimenti in corso di ammortamento (50 milioni di euro nel caso di Tecnoedil)».
Come finirà?
«Vista l’estensione della provincia, si potrebbe pensare di istituire due sub-ambiti, ma questa è una mia proposta la cui praticabilità va verificata. A prescindere da chi e come gestirà, l’importante è che non venga interrotto il servizio nella fase di transizione (ad Alba c’è bisogno di una nuova fognatura in corso Langhe e in corso Nino Bixio, oltre alla riparazione dei tubi “bucati”) e che non venga vanificato il lavoro di questi anni. Occorre lasciare da parte le ideologie e trovare la miglior soluzione capace di garantire gli investimenti necessari e tariffe basse».

Enrico Fonte

 

Eppure l’acqua è un bene di tutti

IL CASO. Sono giornate calde non solo per le temperature africane ma anche per le polemiche divampate sulla gestione del servizio idrico cuneese. I comitati che difendono l’acqua come bene pubblico chiedono all’Autorità d’ambito territoriale ottimale (Ato) – il massimo organismo provinciale incaricato di programmare e monitorare gli investimenti sugli impianti e stabilire le tariffe – di rispettare il verdetto dell’ultimo referendum nella fase di riorganizzazione del sistema, imposta dalla legge con l’obiettivo di individuare un gestore e una tariffa unica entro il 2017. Il Comune di Cuneo strizza l’occhio a una gestione interamente pubblica, mentre nell’albese non è ancora emersa una posizione chiara. Se ne è parlato mercoledì scorso nella riunione della seconda Commissione consiliare, durante la quale sono stati discussi gli ordini del giorno presentati dal Movimento 5 stelle e dalla maggioranza.
«È triste constatare come a quattro anni di distanza dal referendum sull’acqua pubblica si sia fatto poco per rispettarne l’esito: non sono ancora chiari né i costi né i modi con cui si intende programmare la gestione pubblica», ha commentato il consigliere pentastellato Ivano Martinetti al termine dell’incontro, aggiungendo: «Si rincorrono dati e cifre molto approssimativi e sembrano esserci diatribe tra i vari gestori attuali e, nonostante gli alti costi sbandierati, nessun privato sembra volersi far sfuggire l’“affarone”. L’ultima legge di stabilità non favorisce il pubblico, ma noi continueremo a fare di tutto affinché l’esito referendario venga rispettato. I cittadini si sono espressi ed è doveroso ascoltarli». e.f.

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