San Servasio, bagarre sul comodato d’uso

San Servasio CastellinaldoCASTELLINALDO. La minoranza chiede lumi sull’utilizzo da parte di un privato
È stato respinto, in Consiglio comunale, l’ordine del giorno proposto dalla minoranza, che chiedeva delucidazioni circa il comodato d’uso gratuito della chiesa di San Servasio, stipulato tra l’ente comunale e un privato. Il contratto, che durerà dieci anni, garantisce l’uso del bene (per fini promozionali e commerciali) al privato, che s’impegna a custodirlo e tenerlo pulito, ma «nel caso di cattivo adempimento degli obblighi l’Amministrazione comunale può sciogliere l’accordo con effetto immediato». La minoranza, composta da Giuseppe Baracco, Michael Isnardi e Luca Gaia, venuta a conoscenza di una serata goliardica organizzata nell’edificio, che, nel contratto, è definito “sconsacrato”, ha chiesto che fossero interpellate le Belle arti e la diocesi e venisse modificato il comodato per garantire l’edificio quattrocentesco.

Il sindaco Molino ha così respinto l’ordine del giorno: «Il comodato sgrava il Comune della gestione di San Servasio e offrirà migliorie. È una opportunità». Baracco non ci sta: «Il contratto è nullo: quel luogo è religioso e non può avere fini commerciali». Marita Colombano, presidente dell’associazione culturale Castrum Aynaldi, ribadisce: «La chiesa è censita come fabbricato religioso; a mio parere il comodato così è illecito. San Servasio è stata usata come magazzino in occasione di una partita di calcio, che è stata proiettata su un maxi schermo. Ora il pavimento risulta macchiato, non si usa così un bene del Quattordicesimo secolo».

Risponde alle accuse il vicesindaco, Marina Cerrato: «Prima di essere firmato il contratto è stato visionato dalla minoranza, inoltre non è detto che il pavimento sia stato sporcato durante la partita. La chiesa era una delle tappe in occasione della beatificazione di fratel Bordino (il 3 maggio) ed è stata visitata da centinaia di persone. Siamo consci dell’importanza del bene e l’11 luglio vi si terrà Note nella notte, un interessante evento culturale».
Francesca Gerbi

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