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Alex canterà alla Notte rosa di Canale

Pinuccio Bracco, presidente dell'Ente Fiera del pesco durante l'inaugurazione della manifestazione il 26 luglio 2015
Pinuccio Bracco, presidente dell'Ente Fiera del pesco durante l'inaugurazione della manifestazione il 26 luglio 2015
Pinuccio Bracco, presidente dell’Ente Fiera del pesco durante l’inaugurazione della manifestazione il 26 luglio 2015

CANALE Canterà questa sera, sabato 1° agosto, durante la Notte rosa, Alex, il ragazzo maggiorenne originario della Nigeria, a cui non è stato consentito di salire sul palco mercoledì, nella serata del Cantaborgo. A deciderlo, gli organizzatori della Fiera del pesco, che venerdì 31 luglio, mentre la polemica rimbalzava ancora sui social network, hanno valutato nel contesto di quale spazio, tra quelli più strettamente legati all’organizzazione e in grado di proporre una base musicale registrata sulla quale cantare, farlo esibire durante la lunga notte del pesco. 

La “questione Alex” era scoppiata alcuni giorni prima del Cantaborgo. Alex è uno dei nove nigeriani giunti in Italia dopo un viaggio drammatico attraverso il Nord Africa e poi il canale di Sicilia. È stato salvato dalle onde, come gli altri buttato a mare in vista della terraferma da scafisti senza scrupoli. Da alcuni mesi  è a Canale, ospite della cooperativa Alice, in alcuni alloggi presi in affitto in via Torino.

Gazzetta aveva raccontato la  storia di questi ragazzi, a maggio. La prima cosa che Alex mostrò, durante quell’intervista, era il libro dei canti ricevuto dalla parrocchia. «Sono tutti cattolici e hanno trovato un’ottima accoglienza in chiesa. Amano cantare. I parrocchiani lo hanno capito e li hanno subito inclusi nel coro e offerto loro il libro dei canti per studiarlo», aveva spiegato Cristiano, l’operatore che era con loro. Alex, mostrava il libro dei canti con occhi brillanti.

Cinzia, la sua insegnante di italiano, aveva proposto che partecipasse al Cantaborgo, nell’ambito del progetto di integrazione. Alex studia, si prepara, per presentare Hero. Il giorno prima, salta tutto. A comunicarlo all’insegnante di italiano è Marco Offi, ex consigliere comunale e  presentatore della manifestazione, con una telefonata a nome del comitato organizzatore. Intanto sui social network rimbalzano accuse di razzismo e incapacità di gestire i richiedenti asilo. I toni si fanno talmente acri che, al termine del Cantaborgo, Marco Offi dichiara che non presenterà più la manifestazione e illustra i tre motivi che lo hanno portato alla decisione. Amarezza perché, a causa del malcontento manifestato dalla gente questo ragazzo non ha potuto cantare, peraltro nemmeno in gara, ma in Aspettando Cantaborgo, la mezz’ora di intrattenimento che precede la competizione canora. Dispiacere per gli attacchi giunti attraverso i social network nei confronti dell’Amministrazione comunale e di Gianni Gallino, vicesindaco e ideatore sette anni fa della manifestazione. E, infine, consapevolezza di avere la colpa di non essersi imposto affinché le polemiche si stemperassero e Alex potesse cantare.

Il giorno successivo Gallino annuncia che Alex canterà durante la Notte rosa, ribadendo che «Non c’era volontà di discriminare».

In mezzo resta un duro post dell’Amministrazione comunale canalese, sulla propria pagina Facebook, al quale la cooperativa Alice che si occupa dei richiedenti asilo ribatte: «Ci spiace molto essere stati tirati in mezzo a questa situazione, con affermazioni che non riflettono la nostra realtà professionale in merito al  lavoro con i richiedenti asilo. Siamo una cooperativa seria, che opera da più di trent’anni in questo territorio, occupandosi di disabilità, dipendenze, minori, famiglie, inserimenti lavorativi e abitativi di persone in difficoltà. La nostra missione, riguardo i “rifugiati”, è quella di accogliere persone che sempre più non sono emigranti economici (fonte UNHCR) ma soggetti che fuggono da luoghi di guerra e di dittatura. Siamo sempre assolutamente a disposizione per un confronto trasparente sul nostro operato».

Alex e la sua canzone prima negata e poi inserita nel programma sono l’esempio di un’Italia che prova paura e, forse, poi, anche un po’ di vergogna. Paura del diverso, di ciò che arriva da lontano e non si conosce. Ma che, guardato più da vicino si scopre uguale se non per il colore della pelle, né per il dramma delle esperienze vissute, almeno per il sentimento, la voglia di mettersi alla prova, di esprimere, attraverso la musica, le proprie capacità e passioni. Fino ad arrivare, si spera, all’integrazione.

Valeria Pelle

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