Io non rischio se arriva l’alluvione

ALBA Il week-end del 17 e del 18 ottobre ha visto, in piazza San Paolo, i volontari dell’Associazione nazionale Carabinieri nucleo di Protezione civile, allestire la prima edizione di “Io non rischio – rischio alluvione”: stand attraverso i quali i volontari hanno fornito informazioni su un evento (occorso l’ultima volta nel 1994), che è ancora nel vivido ricordo della città. Oltre alla fotogallery pubblichiamo l’intervista pubblicata la scorsa settimana su Gazzetta.

«Formare i volontari sulla conoscenza e la comunicazione del rischio per poi farli scendere in piazza, nella loro città, ad Alba, a incontrare i cittadini e informarli su quanto occorre sapere sul terremoto, sulle alluvioni o su qualsiasi altro rischio è fondamentale», spiega il presidente provinciale Giovanni Guiducci, «perché il sistema più efficace per difendersi da un allarme è conoscerlo a fondo».
Presidente, come si svolge “Io non rischio”?
«Ogni processo di comunicazione, informazione o educazione è un processo a cascata. Tutti noi, a scuola come sul lavoro, siamo stati formati da persone che, a loro volta, sono state formate da altre persone. Vengono selezionati volontari sul territorio nazionale, che svolgano il ruolo di formatori (educati in modo approfondito da tecnici, scienziati e professionisti della comunicazione del rischio) all’interno delle aree territoriali di riferimento, da Nord a Sud. Successivamente essi diventano responsabili della formazione per le piazze della propria regione, quindi protagonisti di “Io non rischio”».
Come coinvolgerete gli albesi?
«I volontari sono pronti a incontrarli. Diciamo incontrare, e non informare, per porre l’accento sulla filosofia su cui si fonda la campagna. I volontari non fanno volantinaggio. Non si limitano a lasciare il materiale informativo alle persone, ma si fermano a parlare, illustrano il problema, in qualche modo lo raccontano e rimangono a disposizione per eventuali domande e chiarimenti. Anche dopo le giornate della campagna, visto che, come abbiamo detto, i volontari operano e vivono sul territorio in cui comunicano».
Oltre ad acquisire consapevolezza c’è qualcosa che il cittadino può fare?
«Gli obiettivi a lungo termine della campagna “Io non rischio” sono quelli di rendere le persone attive nella riduzione del rischio, più esigenti verso le amministrazioni, consapevoli dei problemi presenti sul territorio e capaci di trasformare questa consapevolezza in decisione in caso di bisogno».
In caso di allerta maltempo come contattare i volontari per aiutare o essere aiutati?
«In caso allerta il cittadino si deve rivolgere, in primis, al proprio Comune e al suo settore di Protezione civile. Quest’ultimo attiverà il volontariato; senza questa attivazione il volontariato non può intervenire».
Cinzia Grande

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