ROMA Nei giorni scorsi un europarlamentare di Forza Italia (Alberto Cirio, ndr) è andato fuori strada in compagnia del consigliere regionale Graglia e purtroppo coinvolgendo alcuni sindaci che, in questa occasione, hanno assecondato le polemiche. L’europarlamentare Cirio ha utilizzato, in modo strumentale, una interpretazione ampiamente superata dei dettati normativi per denunciare un furto che non c’è mai stato pur di ottenere un po’ di visibilità a buon mercato. Del resto i cosiddetti Fondi Crosetto, a parte il nome (o il cognome), con i quali forse si può fare campagna elettorale ma di certo non si costruiscono opere pubbliche, non erano concretamente utilizzabili. Tanto è vero che per ben 7 anni (dal 2008 al 2015) nessuno, ripetiamo nessuno (né la Armosino né la Gancia – che pure hanno condiviso per lungo tempo il colore politico dei governi, sia regionale che nazionale – né chi è loro subentrato ad Asti e a Cuneo) era stato capace di spenderli e di “investirli” sul territorio.
Siamo riusciti con spirito unitario e concorde a fare ciò che è nostro dovere. Ci siamo mobilitati con il ministro delle infrastrutture Delrio e il sottosegretario Del Basso De Caro – che ringraziamo – sul nodo fondamentale della questione: individuare una modalità certa e sicura per trasformare, qui e ora, in soldi “reali” fondi che erano solo “virtuali”, rendendoli quindi effettivamente attivabili. Abbiamo, quindi, ottenuto che nei prossimi giorni vengano convocati a Roma i soggetti attuatori – le Province – per concordare un meccanismo di reale ed effettivo impiego delle risorse.
Per il futuro auspichiamo che gli europarlamentari non sfruttino le preoccupazioni degli amministratori locali per conquistare spazi sui giornali e portarsi avanti per la propria rielezione. Se davvero si vuole collaborare per il bene del territorio, ci si adoperi tutti in maniera costruttiva, ognuno secondo le rispettive responsabilità – cittadine nazionali o europee che siano – evitando di costruire (o cadere in) trappole informative che finiscono per alimentare il discredito delle istituzioni e allontanano, anziché avvicinare, le soluzioni.
I parlamentari Chiara Gribaudo, Mariano Rabino, Massimo Fiorio, Giovanni Monchiero e Mino Taricco