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La fondazione Crc nel 2016 erogherà 20 milioni

Fondazione Crc, Antonio Degiacomi: le ragioni della sconfitta

PROGETTI In Europa non esistono oppure la loro azione è marginale. Nel Sud Italia sono deboli. Ma nel Nord le fondazioni di origine bancaria rappresentano speranze per molte associazioni, consorzi, persone che tentano di ricevere finanziamenti per realizzare i progetti: dal centro educativo per minori all’energia, dalla festa di paese alla ricerca scientifica.
Il 26 ottobre, la notizia: la fondazione Cassa di risparmio di Cuneo ha approvato il Piano operativo per il 2016 e destinato circa 20 milioni di euro alle domande che nel prossimo anno verranno inoltrate da enti, associazioni e singoli dell’albese, del monregalese e del cuneese. Una cifra enorme, capace di influenzare i processi di sviluppo, che sarà ripartita tra educazione (4,2 milioni di euro), promozione e solidarietà sociale (3,9 milioni), arte e le attività culturali (3,4 milioni), lo sviluppo locale (3 milioni), la salute pubblica (2,7 milioni), la ricerca scientifica (1,4 milioni) e l’attività sportiva (1,4 milioni).

degiacomi
«Mettiamo a disposizione una somma davvero significativa per il nostro territorio nonostante le difficoltà dei mercati finanziari e il pesante aggravio di tassazione imposto alle fondazioni», ha osservato il presidente della Crc, Ezio Falco. Il piano sarà presentato e analizzato nel dettaglio attraverso tre incontri. Ad Alba l’appuntamento è previsto per martedì 24 novembre, alle 17.30, nell’auditorium Beppe Fenoglio.
Antonio Degiacomi è vicepresidente della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo. Alla domanda: Quanti fondi saranno destinati all’albese?, risponde: «La distribuzione è sempre avvenuta in modo equilibrato tra l’albese, il cuneese e il monregalese, mentre una parte minore è destinata al resto della provincia. E così avverrà anche quest’anno per la quota di risorse che viene assegnata in base alle domande. Bisogna però che le associazioni e gli enti dell’albese – come tutti gli altri – siano sempre più consapevoli della quantità di risorse che vengono invece assegnate attraverso i bandi specifici e i progetti promossi dalla fondazione: nel 2016 rappresenteranno il 62 per cento. Insomma: l’albese riceverà una buona quantità di risorse se associazioni e enti presenteranno buoni progetti anche sui bandi, e se parteciperanno attivamente (come hanno generalmente fatto in questi anni) alle iniziative sviluppate dalla fondazione, le quali nascono dalle ricerche curate dal Centro studi e dai tavoli di confronto».
Possiamo dare qualche numero per spiegare meglio?
«Alle domande presentate nella sessione generale e nelle due sessioni minori dedicate agli eventi andranno in totale circa cinque milioni. Poco meno di tre milioni saranno erogati nel 2016, previa verifica, per impegni presi su domande degli scorsi anni. Quasi sette milioni ulteriori saranno destinati ai bandi, tra i quali ricordo quelli di maggiore consistenza economica: infrastrutture scolastiche, restauro e valorizzazione, nuovo welfare, ambiente ed energia e ricerca scientifica, cui si aggiungono altri con cifre minori ma su temi significativi quali i defibrillatori, il protagonismo giovanile, i musei aperti. Quasi sei milioni sono poi destinati a progetti – alcuni nuovi e altri già collaudati ma costantemente verificati e aggiornati – nel campo dell’istruzione e della promozione e solidarietà sociale, ma anche nel settore culturale e turistico».
La fondazione tende quindi a ridurre i piccoli interventi diffusi?
«Sappiamo che per tante associazioni e piccoli Comuni anche un contributo modesto può essere utile, ma cerchiamo di spingere verso interventi presentati in rete e di respiro più ampio. Molti piccoli centri, ad esempio, non hanno più avuto contributi su domanda per feste di paese, ma hanno ottenuto molto attraverso bandi per il finanziamento di interventi in campo energetico che danno loro una ricaduta nel tempo. Nella sessione erogativa generale il contributo minimo è di 5.000 euro; solo per i settori sportivo e sociale il limite minimo è mille euro. Nella valutazione delle domande sono importanti anche i cofinanziamenti dei presentatori o i fondi raccolti tra soggetti terzi».

Matteo Viberti

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