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Sull’acqua del Bormida l’Eni fa marcia indietro

VALLE BORMIDA Addio al prelievo idrico di 300 litri al secondo dal fiume Bormida per i prossimi 15 anni. Nei giorni scorsi Eni-Syndial (società proprietaria del sito Acna) ha fatto retromarcia, comunicando alla Regione Liguria di rinunciare alla procedura di valutazione di impatto ambientale necessaria per poter ottenere la concessione di prelievo di acqua dal fiume. Pertanto, gli uffici regionali non hanno potuto far altro che archiviare la pratica.

acna
La richiesta di rinnovo della concessione per il prelievo di acqua, presentata da Syndial ai primi di giugno, aveva suscitato parecchi dubbi e creato un certo allarme sul versante piemontese della Valle. Sulla delicata questione erano state presentate interrogazioni da parte del Movimento 5 stelle sia alla Camera (con Fabiana Dadone), che in Regione Piemonte (con Paolo Mighetti).

A far discutere, oltre alla durata della concessione (15 anni) e alla quantità d’acqua richiesta (300 litri al secondo, contro i circa 20 attualmente prelevati), ritenuta eccessiva per un’area industriale dismessa da oltre 15 anni, erano anche le ragioni della richiesta. Nei documenti presentati alla Regione, Syndial chiedeva di ottenere la cospicua derivazione idrica sia per alimentare il depuratore interno al sito che tratta le acque contaminate della falda e quelle fognarie di quattro Comuni del savonese, sia “per altri usi industriali”. Espressione, quest’ultima, abbastanza vaga per un’area sul cui riutilizzo, al momento, ci sono parecchie incertezze.
Il primo settembre la Regione Liguria ha chiesto a Syndial approfondimenti e integrazioni al progetto e nelle settimane successive la proprietà del sito ha dichiarato di rinunciare alla procedura Via e al progetto.
A questo punto, come sottolinea in una nota l’Associazione rinascita Valle Bormida, è probabile che Syndial presenti una nuova richiesta (questa volta alla Provincia di Savona) ma per quantitativi di acqua inferiori a quelli oggetto della precedente istanza. «Riteniamo che Eni possa continuare solo temporaneamente a derivare i quantitativi di acqua attualmente utilizzati, ai fini del completamento delle attività di messa in sicurezza, che dovrebbero terminare nell’arco di un paio di anni. Continueremo a vigilare affinché, al termine di questo periodo, il prelievo idrico dal fiume Bormida venga definitivamente fermato», aggiunge l’associazione valbormidese che in
un comunicato firmato dal portavoce Maurizio Manfredi, osserva: «Abbiamo conseguito una vittoria storica per la Valle, perché la concessione idrica, che per oltre un secolo ha permesso all’Acna di inquinare il fiume è ormai decaduta a tutti gli effetti. Avevamo subito affermato che la pretesa di Eni di ottenere la concessione dovesse essere respinta in quanto la normativa vigente non ammette la possibilità
di ottenere il permesso a derivare acque senza indicare a quali usi
sono destinate». Aggiunge Manfredi: «Evidentemente erano fondate le osservazioni, che abbiamo presentato alla Regione, oltre a quelle presentate da altre associazioni quali il Wwf Liguria, il Coordinamento delle associazioni ambientaliste della Valle Bormida e il Gruppo consiliare del Movimento cinque stelle della Regione Liguria»..

Corrado Olocco

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