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Boschi urbani ad Alba per ridurre l’inquinamento

Ottomila metri quadri di bosco distrutti in Valle Uzzone

L’INCHIESTA Settemila e cento alberi, uno ogni quattro cittadini. Il patrimonio arboreo – stiamo considerando solo quello pubblico – di Alba, già consistente e di qualità (vista la presenza di esemplari monumentali – un faggio, in via Roma e un filare di gelsi in via Castelgherlone – e di altri venti alberi di pregio storico), potrebbe arricchirsi nel 2016.
Il Comune sta infatti valutando se aderire al progetto lanciato dalla Regione per creare “boschi urbani”. L’intento è sensibilizzare al rispetto dell’ambiente attraverso gli alberi che, grazie alla fotosintesi clorofilliana, sono in grado di assorbire le particelle inquinanti.

bosco san cassiano

 

 

Con il progetto regionale – patrocinato da Onu, Unesco e Ministero dell’ambiente e rientrante nell’iniziativa “Un bosco per la città” di Mario Pianesi (associazione “Un punto macrobiotico”) – verranno distribuite gratuitamente agli enti locali interessati, tra cui dovrebbe appunto esserci Alba, piante autoctone cresciute nei vivai di Chiusa Pesio, Fenestrelle e Vercelli, le quali verranno poi messe a dimora con il coinvolgimento di scolaresche e associazioni in modo da formare dei boschi cittadini. Ai Comuni toccheranno solo le spese di manutenzione, come avviene già oggi con gli alberi assegnati gratuitamente dalla Regione nel rispetto della legge nazionale che prevede la piantumazione di un albero per ciascun bimbo nato. Un’operazione che ogni anno regala ad Alba oltre 200 nuovi fusti.
«La città, seppure altamente urbanizzata e abitata da 31 mila persone, può vantare una superficie pubblica verde piuttosto estesa (0,4 kmq sui 54 kmq complessivi)», afferma l’assessore comunale all’ambiente Massimo Scavino. «In ogni caso il progetto regionale è interessante e, seppure sia impossibile realizzare un bosco in pieno centro, ci metteremo in contatto con l’assessore Valmaggia per verificarne l’attuabilità».
Se deciderà di aderire, l’Amministrazione di Maurizio Marello dovrà individuare una zona adatta. Le più papabili sono «il parco Tanaro», come indica Scavino, quello di San Cassiano e gli spazi esterni alle scuole, dove potrebbero essere messi a dimora alberi da frutto.
L’idea piace anche all’opposizione. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Emanuele Bolla, ha depositato in municipio un ordine del giorno per chiedere alla maggioranza di redigere un piano triennale che porti alla realizzazione di un bosco urbano. «Considerando che un albero assorbe circa 10 chilogrammi di anidride carbonica, si potrebbero piantumare (su un’area di 5 mila metri quadrati) 300 nuovi alberi autoctoni per ridurre gli inquinanti di 3 tonnellate all’anno», spiega Bolla. Sarebbe un modo per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo fissato dal progetto ambientale europeo “Patto dei sindaci” al quale il Comune ha aderito: ridurre del 40 per cento entro il 2030 le emissioni di anidride carbonica. Un traguardo impegnativo non impossibile, se si pensa che dal 2001 al 2012 le emissioni inquinanti sono diminuite del 10 per cento, passando da 102 mila tonnellate annue a 96 mila.

Enrico Fonte

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