Banca d’Alba crede in un 2016 di ripresa

IL COLLOQUIO «Non ci sfiorano gli scandali finanziari sui quali l’attenzione dell’opinione pubblica non cala. Banca d’Alba è solida e conclude l’esercizio 2015 con tutti gli indicatori in crescita: base sociale, rapporti commerciali col territorio, capacità produttiva e reddituale, solidità e patrimonio». Lo dice il presidente Felice Cerruti, che non manca l’ottimismo anche sulla ripresa economica.

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Il presidente di Banca d’Alba Felice Cerruti.

Quali previsioni ha per il 2016, Cerruti?

«Il 2015 ha rivelato un risveglio dell’interesse a investire. Ora siamo pronti ad accompagnare la voglia di fare, tanto che incrementeremo fino a 150 milioni di euro il plafond a disposizione delle aziende a condizioni di particolare favore. Lo spirito imprenditoriale peculiare alla nostra area evidenzia segnali positivi che vengono da più parti: Ferrero investe sullo stabilimento albese, mentre le piccole e medie imprese ridiventano forza trainante. La crescita è peraltro un dato di fatto per alcune realtà aziendali di peculiare interesse: da Saclà di Asti a Gai di Ceresole, da Bianco a San Cassiano di Alba, tanto per citare. E se Banca d’Alba crede nel progetto che le viene sottoposto, è la prima a investire».

Intanto Banca d’Alba amplia la compagine sociale, un altro segnale di fiducia?

«Nel 2015 sono entrati 2.507 nuovi soci, di cui 1.128 con meno di 30 anni, che portano il totale a 47.840, dato che rafforza il primato italiano di Banca d’Alba tra le oltre 370 banche di credito cooperativo italiane».

Di questi tempi si guarda ai conti. Pronto a fornirli?

«Certo! L’utile dell’esercizio si attesta a 18 milioni di euro, risultato economico molto positivo, raggiunto dopo aver effettuato accantonamenti prudenziali. Ma l’utile, pur importante, non è il nostro obiettivo: è invece uno strumento per aumentare il patrimonio della banca, che in 120 anni ha superato i 300 milioni di euro, mentre il Tier1 (la componente primaria del capitale) è superiore all’11 per cento. I volumi si attestano a 8,45 miliardi di euro come risultato di 2,9 miliardi di impieghi e 5,6 miliardi di raccolta. Nell’ultimo esercizio, infine, sono stati erogati 352 milioni di nuovi impieghi a favore di famiglie e imprese».

Come giudica i recenti scandali nel mondo della finanza, a iniziare da Banca Etruria?

«Nessuno è indenne dalle sofferenze, in una contingenza difficile quale quella degli anni trascorsi: anche noi le abbiamo. La malversazione, laddove si evidenzi, è invece una pratica da gestire tramite la Banca d’Italia o, eventualmente, la magistratura. La crisi non ha fatto che portare allo scoperto quanti non hanno saputo gestire bene: l’inizio del cambiamento pure nel settore bancario».

Ma i risparmiatori albesi possono stare tranquilli?

«I piemontesi possono stare tranquilli».

m.g.o.

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